Il Presepe nelle immagini di Arcadio Lobato: vita che si rinnova
"Tu scendi dalle stelle": personaggi e simboli del Natale nei dipinti del grande artista spagnolo in mostra a San Vendemiano
Quello di Arcadio Lobato è un Presepe unico. Unico perché itinerante: l’anno scorso era al Palazzo Sarcinelli di Conegliano, quest’anno è negli spazi espositivi del Municipio di San Vendemiano. Un presepe, quindi, che viaggia, e soprattutto cambia: ogni anno si aggiungono (o sostituiscono) tele e tecniche. È un’arte in fieri, in evoluzione, in cammino, come del resto siamo noi.
«Cambiare le figurine, cambiare le immagini vuol dire non che qualcosa muore, ma che qualcosa sta nascendo» avverte l’artista, che sente per primo il passaggio del tempo: cambia, evolve. Il suo Presepe è un segnale forte del nuovo che avanza, del nuovo che si pone vicino a quello che già conosciamo, e chiede di essere accolto, perché la vita fiorisca ancora, e ancora… La ritualità del Presepe dice proprio questo: ogni anno andiamo a riprendere dalla soffitta le vecchie statuine ma sentiamo pure il desiderio di aggiungerne di nuovi o di cambiare l’allestimento, e così il presepe ritorna ogni anno diverso, perché noi siamo diversi!
«Noi sappiamo che il Presepe è stato istituito nel 1200 da San Francesco a Greccio in Umbria – spiega Lorenza Gava, in occasione della inaugurazione della Mostra a San Vendemiano – Però forse non tutti sanno che San Francesco non ha realizzato il Presepe! Egli confida all’amico fidato Giovanni il desiderio di ricreare la sensazione, la magia, diremmo noi, della notte santa, quando nasce Gesù. L’amico lo aiuta: sceglie un luogo, una mangiatoia, e convoca tutti gli abitanti dei paesi vicini ad arrivare una sera con le fiaccole accese, per ricreare, appunto, la notte. Arriva tutta questa carovana di persone e luci nella notte. Vengono portati anche un bue e un asinello. Ma non ci sono Giuseppe e Maria. Né Gesù. C’è soltanto una culla vuota. Si crea un’armonia di voci e di suoni (…), una condizione tale per cui Francesco, in quel momento, ha una visione: vede un bambino nato povero e abbandonato dentro la mangiatoia, e lo stringe a sé per rianimarlo; addirittura nell’atto di prenderlo ha un moto delle labbra quasi come se proprio lo toccasse fisicamente. In realtà la culla era vuota, il bambino non c’era. Ma la sua visione ha poi convinto tutti (…) tanto che diversi artisti ne han dato rappresentazione».
Nel proseguo della spiegazione, apprendiamo che Presepe è un termine che arriva dal latino e significa “prima del recinto”. Il recinto è la mangiatoia, la greppia, il luogo vuoto. Per il nostro bisogno di materialità, noi andiamo a riempire quello spazio di statuine. Ma in realtà è quel vuoto che la nascita di Gesù riempie. Ovvero quella disponibilità, in ognuno di noi, a ricevere il cambiamento, che è vita nuova. Il Presepe è questo: una vita che si ripete, nuova. E il vuoto è condizione necessaria per far emergere il nuovo.
Il Presepe di Arcadio Lobato è costruito su questo nuovo, con la sapienza costruttiva del suo segno. L’artista, di origine spagnola, fa parte di quella generazione di illustratori cresciuti insieme a Štěpán Zavřel attorno all’esperienza di Sarmede. Oggi vive e lavora sulle Colline del Prosecco Patrimonio Unesco. È maestro d’illustrazione, un’arte antichissima. «La sua arte però – sottolinea Lorena Gava – non si limita al libro illustrato-raccontato, ma si estende sulle tele, unendo due componenti che sono fondamentali nella sua biografia e nella sua statura di artista: l’anima spagnola, quindi colori caldi, mediterranei, che ricordano un po’ l’Andalusia e l’anima veneta legata a un colore più leggero, evanescente». Leggero e impalpabile, ma anche molto forte e determinato, il segno di Lobato dà vita a scene da ricostruire con l’immaginazione. Nel suo Presepe, che parte dall’Annunciazione, ci sono paesaggi, animali, persone intente nei loro lavori sempre rivisti e riabilitati attraverso la fantasia. L’immagine trasferisce così un patrimonio spirituale altissimo. E ha la straordinaria, peculiare direi, capacità di farci immaginare, sognare.
Esposte, oltre ai dipinti dell’artista, anche le opere realizzate dai bambini e dai ragazzi di tutte le scuole del paese: dall’infanzia alla secondaria di primo grado, bambini e ragazzi, con la loro creatività, hanno saputo valorizzare materiali poveri o di recupero, come legno e carta, dando loro nuova forma. I presepi delle scuole accompagnano così il grande messaggio di rinnovamento portato dal Presepe di Lobato, rinnovamento cui tutti siamo invitati.
La Mostra dal titolo “Tu scendi dalle stelle” è visitabile fino all’8 gennaio 2023: il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 15 alle ore 18. Il 4 gennaio 2023 è previsto un incontro con Arcadio Lobato su “La tradizione del presepe come fonte d’ispirazione poetica”.