Lo sport è educativo?
Sì, se lo rendiamo tale!
Nessuno negherebbe che lo sport abbia una forte valenza educativa: allena a sostenere la fatica, stimola la collaborazione e lo spirito di gruppo, abitua ad avere riguardo per gli avversari, fa comprendere il senso delle regole e insegna a rispettare l’autorità (almeno per i ragazzini, perché i genitori sugli spalti talvolta confondono il proprio ruolo con quello di arbitro e mister…), aiuta a focalizzarsi sull’obiettivo e addestra alla democrazia e alla meritocrazia perché (salvo i casi di frode sportiva, che però appartengono al mondo adulto) nello sport tutti partono con le stesse possibilità e vince il migliore, anziché il raccomandato o il disonesto.
Eppure queste voci non sono correlate d’emblée allo sport, perché non sempre bambini e ragazzi le ritrovano sul campo, in pedana o in piscina.
Per realizzarle c’è infatti bisogno di adulti competenti, adeguatamente formati e consapevoli del fatto che le persone loro affidate stanno vivendo la delicata fase dell’età evolutiva, durante la quale i “grandi” possono avere un’influenza enorme nel favorire, o al contrario inibire, una crescita serena. Basti pensare a come un incoraggiamento favorisca, nel ragazzo che lo riceve, non solo la motivazione allo sport ma la sua stessa autostima, e come, al contrario, una critica mal posta possa spingerlo a svalutarsi come persona, oltre che come atleta.
Che fare, dunque, perché quella lista di aspetti virtuosi si realizzi?
- Le società sportive che si rivolgono a bambini e ragazzi devono prendere coscienza dell’influenza che possono avere sulla crescita dei loro giovani atleti e operare chiare scelte pedagogicamente orientate, per esempio dando priorità al benessere dei bambini e dei ragazzi rispetto ai risultati agonistici; queste scelte vanno dichiarate e condivise coi genitori, in modo che tutti lavorino nella stessa direzione
- A fronte della formazione tecnica già fornita dalle federazioni, gli allenatori possono formarsi anche rispetto agli aspetti educativi, ponendosi alcune domando e imparando a rispondere correttamente: quali sono i compiti di sviluppo in età evolutiva? Come funzionano i processi motivazionali in queste fasce d’età? Come si favorisce la coesione di un gruppo di giovanissimi? Come si scelgono e gestiscono le regole? Etc.
Facile? Non sempre, ma nemmeno difficile: chi si occupa di educazione, formazione e sviluppo delle competenze relazionali può fornire adeguato supporto e sostegno alle società sportive (come spesso accade) e un’adeguata condivisione delle proprie intenzioni nel lavoro coi minori può aiutare allenatori e dirigenti a stabilire alleanze salde e durature coi genitori.
Con piena soddisfazione di tutti, soprattutto dei bambini e dei ragazzi che possono così beneficiare di un contesto adeguato, vivendo un’esperienza non solo all’insegna del celebre motto latino mens sana in corpore sano, ma pure del principio di “crescita sana in ambiente sano”.
dott. Marco Napoletano
(Direttore Scuola di Counselling Situazionale di Conegliano)