Scomigo, il paese della ceramica
Abbiamo percorso “Sulla ciclopedonale di San Vendemiano” l’itinerario 36 Unesco fino in Calpena, e adesso perché non farsi un giretto fino a Scomigo? Ci guida Marta Santin, nata e cresciuta in paese.
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Forse più di un lettore è smarrito, perché, è vero, quando dici “Scomigo” nessuno sa dove sia!
Lassù, in collina, Scomigo è per certi versi sicuramente un pochino “scomodo” per chi ama gli agi della città, ma ci insegna ad apprezzare il silenzio e la calma.
Tre sole strade in un paese – via Cavalla, via Pastin, via Bortotti – dove il silenzio si sente ancora, dove la mattina presto l’aria è frizzante e dove, nei vicoli, si viene avvolti dal profumo del pane fresco appena sfornato nel piccolo panificio artigianale.
Difficile non rimanere incantati, mentre il sole, sorgendo, inonda di luce le case, il verde accecante delle colline e le Prealpi. Il monte Visentin, il monte Pizzoc e Colle Umberto sullo sfondo sono un anfiteatro naturale che si apre sulla piccola piazza don Alessandro Rosso. E mentre la “palla” rossa inizia a sporgersi dalla collina illuminando intorno, si assiste allo spettacolo di un’alba che calma e ricarica, scalda il cuore, emoziona e porta pace; ogni momento dell’anno è buono per godere del levar del sole da est, illuminando la prosperosa zona industriale, che, in basso, nella piana, sonnecchia ai bordi dell’autostrada.
Questa località tra le colline di Conegliano è famosa soprattutto per le ceramiche. Eh sì, qui un gruppo di volenterosi appassionati ha pensato di ridare vita a un antico mestiere praticato da un vecchio maestro di scuola elementare. Le opere dei Piccoli Ceramisti di Scomigo sono presenti un po’ ovunque per raccontare la storia e le usanze di questi luoghi.
Osserviamo la piazzetta con i lampioni abbelliti dai ceramisti, mentre improvvisamente un rintocco del campanile sopra la testa fa trasalire e uno stormo spicca il volo dai cipressi della chiesa dedicata a Sant’Elena Imperatrice, di cui si è appena celebrata la festa.
Adesso scendiamo a destra, giù per la strada più “lunga” (anche se lunga fa sorridere!), una strada senza marciapiede e senza luci, dove, per evitare le macchine, è meglio camminare sull’erba; ma fortunatamente le macchine che passano sono rare.
Il campo sportivo, donato alla parrocchia da un benefattore, è divenuto il fulcro delle feste paesane, soprattutto in agosto, dove notevole affluenza è portata dalla Sagra di Sant’Elena.
Se proseguiamo sempre verso nord, con l’obiettivo di aggirare la collina, incontriamo un nuovo B&B (Mostofiore), che un tempo fu scuola di mungitura e di vita agreste per molti ragazzi. Le cose purtroppo sono destinate a mutare, ma i ricordi restano indelebili. Scendendo a sinistra per una stradina sterrata, una salita ci porta davanti al cancello principale della tenuta dell’Antica Quercia con gli stabili delle cantine e le vecchie case degli enologi. Da lì, continuando la passeggiata, possiamo trovare l’ultima stalla ancora esistente in paese: l’odore di letame invade le narici, il rumore dei campanacci appesi al collo delle mucche all’interno solletica le orecchie; ravvivate dal profumo di fieno, tante emozioni trapassano i sensi fino a risvegliare ricordi di tempi andati…
Torniamo nel cuore del paese, la piazza (anche se non è una vera piazza come s’ intende comunemente). Qui, negli anni Trenta, c’era una stele con la cuspide che ricordava il dominio sul territorio della famiglia Da Camino. Oggi, al suo posto, si trova un Tempietto, che è la Cappella Madonna delle Grazie eretta dal parroco e dai parrocchiani “per l’incolumità del paese nel bombardamento delle otto ore (29 aprile 1945)”.
Più giù, nelle Caldregne, dove le stradine bianche indicano un ipotetico confine tra Scomigo e Ogliano, il tempo sembra essersi fermato; qui si consiglia di sostare la sera, quando spettacolari tramonti disegnano e colorano i profili delle colline.
Una passeggiata a Scomigo della durata al massimo di mezz’ora, che per molti non significa nulla, può farci capire quanto siano speciali e unici alcuni posti che sono vicino a noi ma che per pigrizia non conosciamo. Piccoli borghi dimenticati che escono dai nostri itinerari quotidiani, piccole realtà nascoste ricche di storie e leggende ma custodi delle nostre radici.
- Chiesa Sant'Elena Imperatrice
- Tempietto Madonna delle Grazie
- Arcobaleno a Scomigo