Leggere Boccaccio
Il Decameron: un grande classico che non annoia
Molto spesso, l’idea di approcciarsi alla lettura di un grande classico come il Decameron di Giovanni Boccaccio non entusiasma e, anzi, spaventa. Un po’ perché si teme di incappare in una scrittura arcaica e difficile da decifrare, un po’ perché si teme di andare incontro ad una lettura noiosa e pesante.
Se queste considerazioni possono essere vere per molti altri classici, differente è la questione quando si parla di quest’opera: una volta superato l’ostacolo inziale la lettura si rivelerà piacevole e, addirittura, divertente.
Scritto con un linguaggio semplice e fluido, il Decameron garantisce una prosa che non richiede di essere decifrata. Infatti, anche grazie alla loro brevità, ciascuna delle novelle si legge in non più di una manciata di minuti.
I generi che si possono sperimentare durante la lettura spaziano ampiamente, a soddisfare i gusti più differenziarti con trame sempre originali e mai ripetitive, dal carattere spesso fantastico e fiabesco.
Altro elemento che particolareggia l’opera è sicuramente il fatto che non richieda necessariamente di essere letta dall’inizio alla fine, né seguendo l’ordine con cui le novelle vengono presentate: per esempio, si può decidere di cominciare a leggere l’opera dall’ultima novella dell’ultima giornata.
Fra le dieci giornate, l’ottava è sicuramente quella che regala i racconti più simpatici ed ilari. In modo particolare, la novella di questa giornata più emblematica, perché carica di ironia, è la terza, quella di Calandrino.
La trama si concentra tutta sulla presa in giro del protagonista, caratterizzato fin dall’inizio come affatto brillante e, soprattutto, credulone. Tanto è vero che non metterà in dubbio neanche per un secondo le innumerevoli frottole, al limite del ridicolo, che gli verranno raccontate (fra le quali l’esistenza di una montagna di parmigiano dai pendii della quale ruzzolano ravioli e gnocchi).
Il lettore si trova di fronte ad una situazione così assurda e grottesca che finisce inevitabilmente per essere divertito dalla stupidità del protagonista.
Un consiglio di lettura forse poco convenzionale ma che vuole essere un invito a riscoprire un grande classico dandogli la possibilità di stupire e intrattenere.