Julia Hill e la storia di chi ha vissuto tra i rami per salvare un mondo in caduta
Il 18 dicembre 1999, una donna toccava nuovamente la terraferma dopo oltre due anni vissuti sugli alberi. Non per sport, non per fuga. Ma per amore. Il suo rifugio? Una sequoia chiamata Luna. La sua missione? Proteggerla da chi voleva abbatterla.
Quel gesto, oggi entrato nella storia dell’attivismo ambientale, fu solo l’inizio di un lungo cammino di dedizione.

Quando scese dall’albero, trovò ad attenderla un mondo ancora più affamato di giustizia, più assetato d’aiuto. Innumerevoli furono le richieste che le arrivarono: dai bambini che chiedevano il suo aiuto per una tesina scolastica, ai gruppi locali impegnati a salvare alberi o orti urbani, fino ai movimenti pacifisti che volevano fondare un vero e proprio Dipartimento della Pace.
Per oltre 15 anni, ha dato tutto. Tempo, energie, ascolto, sostegno. Tutto mosso da un amore profondo per ciò che ci unisce: la terra, la natura, la pace, la solidarietà.
Ma il costo personale è stato alto. E alla fine, ha dovuto fermarsi.
Il coraggio di fermarsi, il coraggio di ripartire
Dopo una lunga pausa, dedicata alla propria salute fisica e mentale, oggi torna lentamente a farsi sentire. Non più con la disponibilità illimitata di un tempo, ma con un nuovo equilibrio.
“Ho ancora sfide fisiche da affrontare,” scrive, “ma ho più energia e tempo ora.”
Non nega il desiderio di essere utile ancora, soprattutto per chi sente ispirazione nel suo percorso. Ma l’epoca del “tutto gratis” è finita. È arrivato il momento di onorare il valore del tempo – il suo e quello di chiunque si dedichi agli altri.
Una nuova fase: il dono reciproco
Ora, chi desidera coinvolgerla per progetti, interviste, o anche solo per porre domande, potrà farlo con una nuova consapevolezza: quella del reciproco rispetto e di un riconoscimento concreto per l’energia spesa.
E conclude con gratitudine:
“Ringrazio in anticipo per la vostra comprensione, cura e sostegno.”
