Universo Factory ospita la mostra: Genesis
UN PRIMO SGUARDO ALLA MOSTRA
La mostra d’arte Genesis, 21 Settembre, ospitata all’interno della cornice di Universo Factory in collaborazione con NP-ArtLab, rappresenta un’affascinante convergenza tra le opere di Leonardo Dalla Torre e Giacomo
Facca. Al centro di questo dialogo artistico si erge il concetto di genesi inteso non solo come origine della
vita, ma come metafora della creazione artistica stessa, incarnata nelle loro rispettive ricerche visive e
concettuali.
LEONARDO DALLA TORRE
L’artista Leonardo Dalla Torre esplora l’idea del Primo Corpo attraverso un’indagine che parte
dall’immagine biblica della creazione per arrivare a una riflessione più ampia sulla pittura come genesi
del corpo. Nei suoi lavori, la materia pittorica diventa carne, e la carne si trasforma in superficie pittorica,
in un continuo gioco di rimandi tra fisicitàe rappresentazione. L’artista si avvale di concrezioni materiche,
alterazioni e solventi che rompono la linearità formale, alludendo all’intrinseca complessità dell’atto
creativo. Le superfici che emergono dai suoi dipinti sono sintomi di un processo tumultuoso, dove il
corpo prende forma attraverso stratificazioni di fango e terra, simboli della nascita e della sacralità che
convivono in tensione con l’imperfezione e la deformità. L’ispirazione ai dipinti di Hans Memling, con la
loro idealizzazione manieristica e la morbidezza quasi priva di struttura, contribuisce a creare immagini
ancora in fieri, incompiute e in lotta con se stesse, riflessi di una genesi pittorica che si confronta con la
fragilitàdella carne.
GIACOMO FACCA
In dialogo con questa riflessione si pone Giacomo Facca, la cui ricerca si addentra nelle profondità del
corpo, cercando di dare forma a quella dimensione interiore spesso inaccessibile o celata. La sua opera si
ispira alla scultura anatomica della Venere Medici di Clemente Susini, simbolo di un corpo che si apre a
una rivelazione più profonda dell’essere. In Facca, l’interioritàsi manifesta attraverso elementi organici e
naturali come funghi, radici e legno, che diventano metafore viscerali della tensione tra corpo e natura.
Le sue sculture, che evocano la forma degli intestini, esprimono l’intimità del corpo in uno stato di
metamorfosi continua, dove l’interno e l’esterno si compenetrano in una dialettica tra creazione e
disfacimento. Qui, il corpo è un’entità in costante trasformazione, che consuma sé stessa nel suo
processo di decadimento, ma che, allo stesso tempo, aspira a una fusione simbolica con il ciclo della vita
naturale. Le opere di Facca, come Nidi e Placenta, alludono a un rapporto simbiotico tra l’essere umano e
la madre-terra, con immagini che oscillano tra il memento mori e la rinascita, tra il sacrificio e la
rigenerazione.
COSA ASPETTARSI
La mostra si presenta come un viaggio attraverso le dinamiche della creazione, dove la carne, la pittura e
la natura si intrecciano in un processo di nascita e di trasformazione continua. Gli artisti offrono due
visioni complementari del corpo, una che prende vita nella lotta tra materia e forma, e l’altra che si svela
nei suoi recessi più profondi, in un dialogo ininterrotto tra interiorità ed esteriorità, creazione e rovina,
unitàe frammentazione.
tesi critica della mostra curata da Simone Ceschin