Educare al rispetto, generare uguaglianza e libertà
Una giornata di riflessione, confronto e impegno civile. È questo lo spirito del convegno #generƏrispetto – Educare al rispetto, generare uguaglianza e libertà, promosso nell’ambito del progetto di Inner Wheel Italia sull’educazione al rispetto e della campagna internazionale “Orange the World” di UN Women, sostenuta dall’International Inner Wheel.
Dal 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, al 10 dicembre, Giornata dei Diritti Umani, la campagna mobilita istituzioni e società civile in un’unica, grande rete contro la violenza di genere.
Padova, quest’anno, accende la sua luce arancione con un incontro che mira a un obiettivo preciso: educare al rispetto per generare uguaglianza e libertà.
“L’incontro di oggi –afferma la Presidente Nazionale Inner Wheel Italia Amelia Vella Sales– è legato al progetto del Consiglio Nazionale IW Italia sulla promozione dell’educazione al rispetto nelle scuole e si inserisce nella cornice della campagna internazionale Orange the World. Questo Forum intende proporre, con le autorevoli relatrici, una riflessione ampia e plurale sul rispetto e sulle disuguaglianze di genere, con particolare attenzione al valore dell’educazione e della cultura come strumenti di cambiamento, per contrastare ogni tipo di violenza di genere”.
L’appuntamento è fissato per giovedì 13 novembre 2025, dalle 16.30 alle 18.30, nella Sala del Consiglio della Provincia di Padova.
Dopo i saluti istituzionali della Presidente di Inner Wheel Italia Amelia Vella Sales e della Consigliera provinciale Eleonora Mosco, delegata alle Pari Opportunità, i lavori entreranno nel vivo con il coordinamento della giornalista Barbara Codogno, da sempre attenta ai temi della violenza nella società contemporanea.
Codogno guiderà il confronto insistendo su temi cruciali come a esempio il nodo della denuncia; il divario salariale, il lavoro di cura. Con un richiamo deciso alla necessità di un cambiamento culturale e istituzionale.
Il convegno si aprirà con un doloroso elenco di recenti casi di omicidio a ricordare come il tema della violenza resti purtroppo quotidiano e trasversale.
Ad aprire le relazioni sarà l’avvocata Maria Virgilio, presidente di GIUdIT e già docente di diritto penale a Bologna, con “Quando le donne denunciano”, un’analisi delle paure, dei limiti della giustizia e delle possibili riforme per rendere il sistema più efficace nel proteggere le vittime. “L’intervento da me proposto –introduce l’avvocata- affronta il fenomeno delle violenze maschili contro le donne nell’ottica dei quattro pilastri della Convenzione di Istanbul, ovvero delle 4 P di Prevenzione, Protezione, Punizione e Politiche integrate. In particolare, ci soffermeremo sulle 2 P di Protezione e di Punizione. Non è certo agevole per le donne intraprendere un percorso di fuoruscita dalla violenza. Accade che le donne non riconoscano la violenza subita, soprattutto nelle relazioni di intimità. Ne deriva il loro silenzio e il permanere in situazioni di sofferenza e danno. La esternazione della violenza tramite lo strumento legale può esprimersi su vari piani, civile o penale, ma comunque richiede un attento bilanciamento tra benefici e rischi, anche sul piano della sicurezza personale e dei propri figli, non foss’altro perché l’iniziativa di un’azione legale può esporre a nuove e più aspre aggressioni. Esamineremo quali strumenti di protezione e di punizione siano previsti nel nostro ordinamento, quale sia la loro applicazione e con quale concreta efficacia. Trarremo elementi di valutazione sia inquadrando il nostro sistema giuridico nell’ambito di quello sovranazionale (internazionale ed euro-unitario) sia adottando una prospettiva storica. Il bilancio sullo stato dell’arte (nelle leggi e nei fatti) comprenderà anche le attuali linee di tendenza verso modifiche e innovazioni.
Seguirà Angela Maria Toffanin, ricercatrice del CNR-Irpps e dell’Università di Padova, con “Tra protezione e controllo: modelli socioculturali di genere e percorsi di fuoriuscita dalla violenza”. “Il mio intervento – spiega Toffanin – muove dai risultati di due ricerche appena concluse, una sulla violenza di genere agita attraverso le tecnologie e una sui percorsi delle donne migranti. L’obiettivo è mettere in luce come le esperienze di vittimizzazione, pur diverse, siano riconducibili a un sistema in cui la diseguaglianza di genere è strutturale e pervasiva. Voglio anche restituire le competenze e la forza delle donne che decidono di uscire dalla violenza”.
La parola passerà poi a Linda Laura Sabbadini, statistica e pioniera degli studi di genere, già direttrice ISTAT, con “L’indipendenza economica negata alle donne”: un approfondimento sul valore del lavoro femminile, sul “lavoro sommerso” di cura e sull’importanza dell’autonomia economica come condizione imprescindibile di libertà.
Chiuderà la serie di interventi Maria Ludovica Genna, dirigente medico e vicepresidente dell’Osservatorio della Regione Campania sulla violenza, con “Mercificazione del corpo femminile e violenza digitale: dai mass media al voyeurismo dei social”. “Nella mia relazione – spiega Genna – si evidenzierà come il corpo e la salute delle donne siano da sempre condizionati da ideologie e credenze sociali, e oggi anche dalla tecnologia digitale. Analizzerò la mercificazione del corpo femminile, dal fenomeno della prostituzione fino alla sessualizzazione nei media e nelle pubblicità, fino al fenomeno social “Mia moglie”, dove oltre 32.000 uomini condividono immagini e commenti pruriginosi. È il segno di una cultura patriarcale ancora radicata, che nasconde paura dell’emancipazione e bisogno di controllo. E questi comportamenti hanno conseguenze reali sulla salute e sulla sicurezza delle donne”.
A conclusione dei lavori, le relatrici faranno il punto rispondendo anche a una serie di domande proposte dalla moderatrice e dal pubblico, per un forum che si prefigge di essere colloquio aperto. Si verranno così a delineare un quadro di proposte concrete: dal ruolo della giustizia e delle leggi alla prevenzione nelle famiglie e nelle scuole, fino alla responsabilità dei media nel raccontare le vittime.
In linea con il progetto annuale del Consiglio Nazionale Inner Wheel dedicato all’educazione al rispetto, l’evento prevede anche il coinvolgimento delle scuole, per diffondere la cultura della parità tra le nuove generazioni.
Evento a ingresso libero
