A Cosniga Di San Vendemiano si festeggia Sant’Antonio Abate
Domenica 19 gennaio ritorna, come da tradizione, la Festa di Sant’Antonio Abate protettore dei nostri campi, dei nostri raccolti, delle nostre case e dei nostri animali; l’evento si terrà a Cosniga di San Vendemiano in via Borgo Lissandri.
Cosniga, posta tra l’attuale centro di San Vendemiano e Zoppè, è un nucleo di antica tradizione che comprende lo storico Borgo Lissandri con la chiesetta della Madonna della Salute del XVIII secolo.
Lì, tra una pubblica strada e il torrente Cervada, la suggestiva chiesetta è una testimonianza della cultura popolare nonché espressione della religiosità nel mondo rurale. Fu restaurata dalla popolazione del luogo e all’interno l’altare è abbellito da un’icona raffigurante la Madonna con Bambino sul cielo della Madonna della Salute di Venezia.
L’edificio religioso dalle forme semplici ed essenziali ad unica navata è stato costruito nel ‘700 con rifacimenti ed ampliamenti successivi quali ad esempio il campanile costruito in mattoni a faccia vista. Nella facciata il portale principale è sovrastato da una lunetta, motivo che si ripete nel prospetto laterale.
A Borgo Lissandri, nei pressi di questa piccola chiesa, gli abitanti della tranquilla frazione hanno preparato per la giornata di domenica 19 gennaio un ricco programma. La mattina in piazza Sant’Antonio Abate sarà possibile vedere e portare gli animali e i mezzi agricoli. Alle ore 11 si terrà l’attesa sfilata dei trattori d’epoca seguita dalla tradizionale benedizione degli animali e dei mezzi agricoli, in un momento di devozione che celebra in comunità le radici rurali della zona.
All’interno del capannone sarà possibile pranzare, gustando il rinomato spiedo preparato dall’ associazione “Gruppo Giovani Cosniga” (info e prenotazioni 320 4959722). Non mancherà l’intrattenimento con le coinvolgenti musiche popolari del triveneto eseguite dal gruppo “Orsi Polari” e come da tradizione il divertente momento della pesatura del maiale di Sant’Antonio, l’immancabile “Occhio al peso del Porzel”.
E’ interessante sapere che questo legame tra il santo e l’animale ha origini antiche, risalenti alla Germania nel Medioevo, dove era consuetudine che ogni villaggio allevasse un maiale da destinare all’ospedale, dove prestavano il loro servizio proprio i monaci di Sant’Antonio. Gli Antoniani ne ricavavano cibo per i malati, balsami per le piaghe e più in generale, sostentamento economico.
Nelle nostre terre, l’usanza voleva che il maiale di Sant’Antonio fosse l’ultimo nato, quello che la scrofa non riusciva ad alimentare. Per questo motivo veniva lasciato libero di girovagare per le borgate dove veniva rispettato e accudito un po’ da ciascuno, tutti lo nutrivano con gli avanzi. Spesso per i bambini diventava una sorta di compagno di gioco difatti si divertivano a cavalcarlo e puntualmente venivano sgridati dalle nonne che gridavano a gran voce: “Aseo star che quel la lè el porzel de Sant’Antonio”.
Quando arrivava al peso di 50-60 chili veniva venduto all’asta e il ricavato andava alla chiesa.
Anche quest’anno a Cosniga di San Vendemiano seguendo la tradizione, il ricavato della festa di Sant’Antonio Abate sarà