Il mondo in miniatura
Nella giornata di sabato 15 e domenica 16 febbraio 2025, le sale di un hotel di Milano hanno ospitato la nuova edizione di Miniaturitalia.
Di cosa si tratta? Di una mostra mercato, con tanto di concorso e premiazione, dedicata a tutti gli appassionati di miniature, che si tratti di oggettini per creare una propria casa di bambola o di semplice collezionismo verso oggetti molto piccoli e graziosi, spesso come l’unghia di un mignolo.
Inutile dire che, se le premesse erano queste, la curiosità era tanta e in questo articolo mi piacerebbe trasmettervene almeno un po’. La visita è stata non solo emozionante ma anche proficua nel senso che ho portato a casa una damina in stile vittoriano (con riferimento al regno della regina d’Inghilterra Vittoria 1837-1901) in abito bordeaux, oltre a tre miniature di borsetta da donna, precise in ogni dettaglio.
Allora, la visita alla mostra è iniziata verso mezzogiorno e ha previsto dapprima la registrazione e poi il pagamento di un biglietto da 6 Euro. Le stanze con le miniature e gli espositori, che arrivavano da tutta Italia e qualcuno anche dall’estero, occupavano rispettivamente una sala più piccola e un’altra più grande.
Nella prima c’erano prodotti artigianali tipo bigiotteria di ogni forma e colore. Solo per dirvi che ho visto orecchini a forma di dinosauro, di drago e di pesce, di piccola barca, di orsetto e di bambolina, solo per raccontarvene alcuni. Poi, su un altro banco ecco i diorami – modelli in scala piccolissima che riproducono scene reali o di fantasia – con immagini naturalistiche e animali così piccoli come mai ne avevo viste. Altro cambio di banco ed ecco, finalmente, le miniature di bambola.
Non vi dico la sorpresa nel vedere riprodotte, con una dovizia di particolari e di colori, scenografie e personaggi di alcune tra le più note opere liriche. Ecco allora Turandot, la principessa di ghiaccio dell’omonima opera di Puccini, Carmen appena uscita dall’opera di Bizet con il suo costume spagnoleggiante o, ancora, Aida di Verdi con la sua tragica storia. Una carrellata che mi ha fatto rivivere anche le melodie di queste opere senza tempo. Tutto questo poteva anche essere acquistato, a cifre di tutto rispetto. Si trattava, infatti, di vere e proprie d’arte che avevano richiesto mesi se non anni di lavoro. Quindi il gioco valeva davvero la candela, come si suol dire.
Qualche passo ed ecco la sala più grande con nuovi espositori che, come i precedenti, mostravano e vendevano al pubblico. Cosa? Oggetti di ogni forma, foggia e colore, ma tutti accomunati dal fatto di essere piccoli o piccolissimi. Cosa si poteva vedere? Beh, la lista è piuttosto lunga. C’erano (e l’ordine è assolutamente casuale): tutto per creare un servizio da tè, dai cucchiaini ai piattini e alle tazzine fino ad arrivare alle teiere; caffettiere e macchinette per fare il caffè, la pasta, il gelato; torte di tutti i tipi, dalle crostate alle torte nuziali a più piani; librerie rese preziose da dettagli unici come lo scrittoio e la luce che si accendeva davvero; e poi libri piccolissimi e perfino mappe antiche miniaturizzate.
Chiudo indicando letti e poltroncine e sedie, anche di design nel senso che ricalcavano sedute diventate famose e riconoscibili negli anni grazie a grandi nomi del design.
Mi fermo qui con la carrellata e spero di avervi trasmesso un po’ di quella emozione provata e, perché no, anche della gioia di aver potuto vedere tutto questo.
Antonella Di Vincenzo