Il libro per riscoprire la speranza come forza concreta
Speranza. Passione del possibile di Guido Gili ed Emiliana Mangone (Vita e Pensiero, collana Transizioni, 2025, 264 pagine, circa € 20,00) è un saggio che affronta uno dei temi più essenziali e urgenti del nostro tempo: il bisogno di speranza. In un presente segnato da crisi ambientali, sociali, sanitarie e da un senso diffuso di smarrimento, questo libro non offre ricette facili, ma invita a riflettere in profondità su cosa significhi davvero sperare oggi.
Secondo gli autori, la speranza non è un’illusione o una semplice forma di ottimismo. È una forza concreta, vitale, che attraversa le emozioni, le decisioni, le azioni. Non si tratta solo di desiderare qualcosa, ma di coltivare un’attitudine interiore e sociale che guarda al possibile. Una “passione” capace di tenere aperto l’orizzonte anche quando tutto sembra chiudersi.
Il testo esplora il legame tra speranza, desiderio e attesa, mettendo in luce quanto sia importante saper attendere attivamente, senza rassegnarsi o restare immobili. Ma soprattutto, mostra che la speranza non è mai solo un fatto individuale: si spera per qualcuno, con qualcuno, perfino contro qualcuno. Le relazioni, le comunità, le istituzioni possono far nascere speranza o spegnerla.
Gili e Mangone analizzano anche le condizioni che permettono alla speranza di esistere e crescere. Tra queste: la memoria del passato, il modo in cui percepiamo il tempo, il ruolo della cultura e delle istituzioni. Dove c’è fiducia, la speranza può fiorire; dove c’è sfiducia, tende a indebolirsi.
Un libro che invita all’azione e alla cura del possibile
Uno dei grandi meriti del libro è l’ampiezza dello sguardo. Pur scritto da due sociologi, Speranza. Passione del possibile intreccia saperi diversi: filosofia, storia, letteratura, religione. Questo approccio dà profondità e ricchezza al testo, rendendolo capace di parlare a lettori con interessi e percorsi differenti.
Il linguaggio è chiaro, anche se alcune parti richiedono attenzione e un po’ di familiarità con concetti non immediati (come “trascendenza”, “tempo”, “memoria”). Nonostante ciò, il libro riesce a restare accessibile e, soprattutto, concreto. Non si limita alla teoria: stimola all’azione, alla cura, all’impegno quotidiano. Ci ricorda che la speranza si coltiva anche nei piccoli gesti e nelle relazioni.
Il testo si rivolge a lettori curiosi e sensibili, a educatori, insegnanti, operatori sociali, ma anche a chiunque senta il bisogno di ritrovare un orizzonte. È utile per chi si interroga sul ruolo delle istituzioni nel generare fiducia, su come si tramanda la speranza tra generazioni, su come il passato ci aiuti – o ci ostacoli – a immaginare il futuro.
Speranza. Passione del possibile è un libro che lascia qualcosa. Non consola, ma incoraggia. Invita a prendere sul serio la speranza come atto responsabile, creativo, collettivo. Gili e Mangone ci ricordano che la speranza non è qualcosa che ci accade: è qualcosa che si costruisce, insieme, giorno per giorno.
