Dema Pubblicità: una storia d’amore che dura 35 anni
In questo giorno dedicato agli innamorati, incontriamo una coppia di sposi, che è anche titolare dell’azienda Dema Pubblicità di San Vendemiano (TV). Un’azienda che affonda le sue radici in una storia – una storia d’amore – che da 35 anni lega marito e moglie in un unico nome. DEMA, infatti, nasce come fusione di due nomi, di due menti, di due cuori: Claudia De Vido e Nello Mazzer.
Da questo primo filo che lega marito e moglie, derivano altri due fili – due figli, Luca e Christian – che oggi riversano impegno, passione, creatività e competenza nell’impresa di famiglia. E poi tanti altri fili s’intrecciano: collaboratori, fornitori, clienti, partner, interlocutori sociali…
Tutto è tenuto insieme dall’amore, che, al di là di ogni logica e naturale necessità materiale, porta l’azienda a compiere scelte di valore per le persone e per l’ambiente. Come usare i veicoli pubblicitari per diffondere su strada messaggi positivi, perché, a volte, incrociare una parola buona può essere incoraggiante. Sulla scia di questo impegno è nato poi QualBuonVento!
Ma sentiamo dai titolari cosa c’è dentro questa storia, che dura da 35 anni…
NELLO
In poche battute, come descriveresti la tua impresa?
Dema fin dall’inizio ha cercato di interpretare con il massimo della creatività, velocità e qualità tutto ciò che concerne la comunicazione da parte delle imprese che vogliono farsi conoscere pubblicizzando i propri prodotti. Abbiamo sempre cercato di innovarci come azienda anche sotto il profilo tecnologico, con macchinari e prodotti all’avanguardia; ultimamente, con le maxi affissioni fisse e poi quelle mobili, stiamo creando un nuovo mercato, perché crediamo che ogni impresa che voglia essere vicina al cliente, per soddisfarlo e per essere dinamica e fantasiosa, debba sempre creare qualcosa di nuovo.
Qual è il progetto che ti rende più orgoglioso?
Sono orgoglioso di aver creato, insieme ai miei collaboratori e alla mia famiglia, un’azienda all’avanguardia su tecnologie e prodotti con persone competenti e qualificate a portare avanti il lavoro che facciamo, non solo per il cliente, ma anche per la comunità. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo creato un giornale online e cartaceo, per essere più vicini alla gente, che sentivamo spesso abbattuta dalla fatica del vivere quotidiano, quindi tirare fuori solo cose belle e trasformare i momenti di crisi in opportunità, guardando il bicchiere mezzo pieno. Questo mi dà la soddisfazione di portare avanti nel lavoro qualcosa di buono per la gente, portando a galla le buone notizie del territorio.
Che cosa ti ha spinto a fare l’imprenditore?
Quando ero dipendente non riuscivo a mettere in campo tutto quello che era nella mia fantasia e nelle mie capacità: avevo intuizioni che si scontravano spesso con dei “no”, e venivano bloccate. Questo mi ha spinto a voler fare qualcosa per conto mio. Non conoscevo il mondo dell’imprenditoria: mi sono documentato e mi sono buttato. Perché bisogna avere coraggio, ogni volta che si hanno dei progetti: crederci, fare delle valutazioni (ovviamente puntuali, non a caso!), e poi buttarsi.
Imprenditori si nasce o si diventa?
Sicuramente servono alcune caratteristiche basilari: coraggio, voglia di non mollare mai, costanza, tanta buona volontà, fantasia e creatività, intraprendenza, capacità di affrontare i problemi, che diventano una sfida, quindi uno stimolo. Alcuni talenti ce li abbiamo innati, ma possono essere anche affinati tramite corsi di formazione.
Come affronti le difficoltà?
Innanzitutto accettando la situazione, non andandole contro; e poi mi dico “nulla è impossibile a chi crede”, quindi mi impegno a trasformare quella situazione negativa in una nuova opportunità, quindi nella sfida. Non mi lascio abbattere dal problema. Fin dall’inizio, quando mi sono buttato a fare l’imprenditore, ho trovato una montagna di difficoltà, ma sfidando i problemi (e, di conseguenza, me stesso) mi sono trovato a fare cose che mai avrei pensato di fare. Un altro bel detto che mi piace è “riposati, se devi, ma non cedere, vai avanti”.
Sappiamo che l’azienda è nata il 3 febbraio 1988 come Program&Service. Poco dopo, con l’entrata in campo di Claudia, è diventata quella che è oggi: Dema Pubblicità. Qual è il valore aggiunto portato da Claudia?
Io avevo la determinazione, il coraggio, la voglia di emergere e di realizzare i miei sogni. Con Claudia è entrata un’iniezione di fiducia, di collaborazione e di saggezza. Lei ha sempre visto l’impresa non solo come business ma anche come anima spirituale. Quando io mi trovavo troppo sul binario della materialità, mi ha sempre ridimensionato, facendomi capire che non conta solo realizzare un progetto ma conta il modo in cui lo si fa: con amore e serenità; e pensando anche agli altri. Claudia è riuscita a tirare fuori da me dei pensieri e degli atteggiamenti che avevo già dentro, però assopiti, nascosti, perché non davo a questi il giusto valore. Lei sicuramente ha portato Dema Pubblicità a essere un’azienda non solo produttiva ma anche un’azienda che spazia nel sociale, per dare qualcosa alla comunità. E a me piace pensare di lasciare questa comunità in cui viviamo un po’ meglio di come l’abbiamo trovato, facendo la nostra parte. Una piccola goccia nell’oceano, certo, ma, come diceva Madre Teresa, se non ci fosse, mancherebbe. Noi, con il nostro lavoro, cerchiamo di mettere la nostra goccia sul territorio.
CLAUDIA
Com’è lavorare fianco a fianco tra marito e moglie?
Credo che la convivenza nel mondo del lavoro tra marito e moglie sia molto personale e governata da svariati fattori. Da parte mia, che ho sempre creduto che tra la coppia debba esserci una profonda empatia e simbiosi, ho sempre desiderato una vita vissuta in una coppia che consideri possibilmente la condivisione delle ore centrali di un giorno, non solamente i pasti, necessità o letto, perciò l’idea di entrambi di condividere tutto fin dalla nostra conoscenza nel 1987 ci trovava d’accordo. Certo per entrambi tutto era una novità, ma insieme potevamo sopportare e superare ogni imprevisto. Oggi ne sono orgogliosa, fiera e soddisfatta, come 35 anni fa!
A te che sei sicuramente l’anima sensibile dell’azienda chiedo: come si possono far convergere le esigenze di profitto con l’attenzione per il mondo che ci circonda ed esprimere valori solidi?
Io non ho di mio uno spirito imprenditoriale, mi riesce meglio essere guidata in ciò che devo svolgere e a quel punto metto tutta me stessa. Tuttavia, trovandomi accanto a mio marito, che invece sa rivestire con capacità il ruolo di guida con fermezza alternando bastone e carota, ho notato la necessità di un mio ruolo femminile per portare l’azienda, nata per necessità e a fine economico, ad avere un cuore che pulsa, a tramettere ciò che è anziché limitarsi a dire e aumentare solo un avere. Nel mondo della pubblicità sembrava che questo fosse un fine irraggiungibile, fino a quando, maturando, verso gli anni 2000, abbiamo pensato di portare nelle strade, attraverso i nostri mezzi pubblicitari, frasi motivanti e positive che trovavano il consenso di molti utenti della strada, ed in qualcuno anche un po’ di perplessità, perché si e ci chiedevano dove stava il ritorno economico. In realtà si è portati a pensare e a credere, talvolta a ragione, che tutto debba costare e portare ricavi; in realtà non si guadagnavano soldi a fronte dei costi, ma vedevamo un guadagno in appagamento e soddisfazione e quando sono presenti questi sentimenti, si dà di più e si riesce meglio. Nel 2016, abbiamo desiderato e dato vita al nostro giornale online di sole notizie positive, QualBuonVento. Anche per questo progetto, abbiamo scelto la gratuità, in quanto siamo convinti che fare le cose con il fine del bene comune, porti il bene a chi le compie con fede. Certo ora i costi sono più importanti, ma siamo convinti che anche in questo saremo guidati affinché possano essere sostenuti con dignità.
Svelaci un punto di forza di tuo marito?
Mio marito dice spesso che i miei commenti su di lui sono un po’ di parte, ma io sento davvero di avere accanto una persona con grandi ideali, molta lealtà, spirito guerriero, costanza e altruismo, al contempo con un cuore grande come una casa!
LUCA E CHRISTIAN
Da figli, come vedete l’impresa sviluppata dai vostri genitori?
Da figli abbiamo vissuto da vicino l’azienda che hanno creato i nostri genitori. La vediamo come un buon punto di slancio in quanto crediamo che sia una realtà concreta in tutti i sensi, professionalmente ed emotivamente parlando. Crediamo fortemente nei principi su cui si basa l’azienda, cioè mettere le priorità delle persone prima dell’azienda. Allo stesso tempo pensiamo che portare innovazione nel modo di lavorare e nella formazione dei nostri collaboratori sia fondamentale per una buona riuscita dei progetti, che sono molto ambiziosi: espansione nel territorio, investimento in nuovi mezzi pubblicitari e soluzioni più articolate ed efficienti nella comunicazione.
Ai vostri occhi dove sta il segreto del successo dei vostri genitori?
Crediamo che il successo dei nostri genitori sia più attribuibile alla positività e all’etica professionale ed umana che ogni giorno portano e trasmettono ai collaboratori in azienda più che a strategie commerciali e organizzative. La positività ed il lato umano applicato al ruolo di titolari e imprenditori vale di più e rende di più che una strategia di business.