Bambini, anziani e disabili insieme nell’orto, a respirare la meraviglia delle relazioni
Miglioramenti nell’umore e nella memoria degli anziani, benessere nella salute dei bambini, vivo coinvolgimento delle persone con disabilità: tutto questo è possibile se il focolare attorno a cui ci si trova è quello di un naturale, verdeggiante, genuino orto. Il progetto “Ortogiardino di Anna: un ponte tra generazioni”, infatti, ha coinvolto oltre 200 persone, grazie alla condivisione di un angolo di giardino della fattoria sociale Casa di Anna, a Venezia. Questo luogo è nato per essere inclusivo: oltre 130 piante aromatiche e officinali sono alloggiate in vasche rialzate da terra, così da essere accessibili anche a persone con difficoltà di deambulazione. Sono perfette, quindi, per la statura dei bambini, che possono godere dei profumi delle piante ad altezza naso e sono, inoltre, adeguate per gli anziani per i quali il livello zero della terra è davvero troppo faticoso.
È nata così una relazione tra attori diversi che, attraverso insegnamenti e attenzioni reciproche, è divenuta un toccasana: la memoria raccolta tra i profumi dell’orto, la vicinanza reciproca e con i più piccoli, gli insegnamenti da parte dei veterani dell’agricoltura, ovvero le persone con lievi disabilità che lavorano presso Casa di Anna.
Francesca Meneghello, neurologa dell’ULSS 3 Serenissima, intervenuta a un incontro di conclusione del progetto, ha commentato i dati raccolti attraverso delle schede di osservazione multidisciplinare sugli anziani che hanno partecipato all’esperienza che in gergo si definisce di “ortoterapia”: «Quello che emerge – ha osservato – è che se la bellezza e il comfort dell’ambiente naturale in cui si svolgevano gli incontri stimolava la motivazione e la partecipazione, a stimolare la memoria è stata proprio l’esperienza condivisa con i bambini. Questo non fa che confermare quanto il cervello si nutra di relazioni e stimoli, anche affettivi, come il farsi chiamare “nonni” dai bambini. E questo, per gli anziani delle RSA, vale ancora di più». Dall’altra parte, per i bambini dai 3 ai 10 anni, non solo un’esperienza di svago fuori dall’ambiente scolastico ma quella che può essere definita “ecopedagogia” e che Costantina Righetto, agronoma e docente del Master in Agricoltura Terapeutica all’Università di Bologna, inserisce in un’ampia letteratura che da tempo evidenzia i benefici della relazione bambino-natura in ottica didattica ed educativa: «In letteratura scientifica vi sono decine di studi che evidenziano come si riscontrino migliori prestazioni scolastiche fra gli studenti delle scuole affacciate su aree verdi – e ha aggiunto – I benefici dell’orticoltura terapeutica rivolta ai bambini sono innumerevoli: dalla riduzione dello stress alla cura dell’obesità; alcuni studi evidenziano anche dei miglioramenti con pazienti con disturbi dello spettro autistico e ADHD. E c’è un ulteriore beneficio che ci riguarda tutti: i ragazzi che vivono a contatto con la natura sviluppano quella che si definisce “intelligenza ecologica”, una sensibilità non solo a viverla ma anche e soprattutto a salvaguardarla».
Un anno scolastico che si è concluso nel segno dell’inclusione più che concreta, quindi, con protagonisti tre precisi gruppi di persone: le persone con disabilità ospitate dalla Fattoria, i bambini della Scuola dell’Infanzia Paritaria Parrocchiale San Giovanni Bosco, i bambini della Scuola Primaria F. Filzi del Comprensivo Don Milani, gli anziani del Centro Diurno dell’I.P.A.V. in attività presso la Residenza Contarini e gli anziani del Centro Servizi Ipab Luigi Mariutto. Le attività sono state finanziate dal PSR della Regione del Veneto Mis.16.9.1.