Libri in Viaggio – Books on Board
Quinta tappa: Mediterraneo
Sono figlia e nipote di emigrati, e conosco la sofferenza del lasciare la famiglia e il paese natale. L’Italia già dalla fine dell’’800 ha visto giovani e famiglie con figli emigrare: la povertà chiedeva di cercare terre che garantissero di che vivere. Spesso si partiva per mare, un viaggio lungo per le Americhe o l’Africa del Sud, con il pericolo che anche allora esisteva. Qualcuno non avrebbe fatto ritorno, altri solo dopo anni e anni!
Dopo le due guerre d’inizio ’900, la storia si ripete, inizia l’emigrazione verso i paesi dell’Europa. A essa, negli anni ’60, segue l’emigrazione interna, dal Sud al Nord, dove si aprono le prime industrie.
I racconti, dei miei familiari, parlano di tristezza, di solitudine, d’isolamento. Hanno sperimentato il sospetto da parte delle popolazioni accoglienti: non eravamo ben nominati noi italiani, e andavamo a occupare posti di lavoro che ritenevano loro. Quanta fatica adeguarsi a usi e costumi, a leggi, era un mondo totalmente diverso dal nostro, ancora prevalentemente agricolo.
La storia non cessa di ripetersi: da emigrati siamo ora paese accogliente di chi, per fame o per guerra, “lascia”, portando con sé le attese e le speranze di riscatto sociale delle famiglie, com’era per i nostri emigranti.
Anche loro, dopo lunghi percorsi a piedi o su camion pericolanti, capita di stare ore e ore, giorni e giorni, a scrutare l’orizzonte su un mezzo oscillante, nell’incertezza di un mare che spesso non è benigno.
“Che cosa può aiutare le persone che raccolgono le navi che attraversano il Mediterraneo?”
A questa domanda hanno risposto gli operatori della Biblioteca IBBY Lampedusa realizzando “Books on Board” quale strumento di accoglienza sulle navi, e a bordo salgono molti libri che, senza parole, lasciano parlare le immagini. Alla proposta hanno aderito subito 3 ONG: Sea Watch, Open Arms e Mediterranea.
C’è, nell’iniziativa, il desiderio di riportare una misura di umanità già nella prima accoglienza di naufraghi e naufraghe, di prendersi cura della paura e dello spavento che permane anche dopo aver nuovamente appoggiato i piedi sulla terra ferma, quando al timore di non giungere in “porto” succede l’incertezza del dopo!
Rosse, resistenti alle situazioni precarie, impermeabili, le valige “trasportano”, con ventidue libri, tutto il necessario per creare uno spazio di lettura condivisa: un grande tappeto, una risma di fogli e i colori per liberare la fantasia nei disegni per piccoli e grandi.
«Dopo molti anni di sperimentazioni con i libri senza parole – affermano i responsabili della Biblioteca IBBY – sappiamo che essi possono essere un ottimo strumento di accostamento e coinvolgimento da usare con persone di qualsiasi età e provenienza».
I libri destinati al progetto “Books on Board” non sono libri qualsiasi ma scelti con particolare attenzione dalla Biblioteca di Lampedusa tra i numerosi titoli proposti dalle sezioni IBBY di tutto il mondo, presenti nella mostra itinerante “Libri senza parole destinazione Lampedusa”, che da otto anni lavora sul tema in tutto il mondo.
Alla nostra mente può sembrare un pensiero superfluo quello di offrire libri a chi ha lasciato terra, famiglia, spesso mogli e mariti e figli, rischiando la vita! Come dimostrano, però, tante situazione di disagio simili, è necessario pensare fin da subito sia a sostenere sia il corpo che lo spirito. È prioritario offrire occasioni a tutte e tutti di pensare per capire, per continuare a immaginare un futuro per sé, e anche per i bimbi che spesso sono al seguito. Porre l’attenzione sul profugo o profuga come persona, perché possa avere cura di sé anche nel comunicare i propri bisogni, è un dovere, che nel suo esercizio, risponde a diritti prioritari.
I “Books on Board” sono un gesto di accoglienza, sono le porte che aprono alla compassione e alla condivisione che nell’altro riconoscono la stessa umanità, lo stesso diritto a una storia, una possibilità di complicità nel superare i momenti difficili.
- Biblioteca IBBY Lampedusa
- Books on Board