Papa Luciani e Padre Spessotto, i due nuovi beati dell’anno 2022
Alla fine di quest'anno, ricordiamo due grandi figure della fede legate alla nostra terra. Ci ricordano che la santità non è un privilegio ma una vocazione per tutti.
Partiamo da un’immagine molto bella e significativa, affissa sul portale della Cattedrale di Vittorio Veneto, che sicuramente non ha lasciato indifferenti le persone in transito per piazza Giovanni Paolo I. Le grandi foto in primo piano dei volti dei due beati della diocesi di Vittorio Veneto nell’anno 2022, Albino Luciani e Cosma Spessotto, erano appese ai ponteggi allestiti per i lavori di restauro della chiesa madre della comunità cristiana tra Piave e Livenza, a testimoniare la gioia e la riconoscenza per l’elevazione agli onori degli altari di due grandi figure della fede legate al territorio. Una comunicazione diretta ed eloquente, come a dire che ancora una volta il tema della santità diventa protagonista in un contesto ecclesiale già caratterizzato in positivo dalla presenza e dalla devozione popolare rispetto a figure di straordinario livello spirituale e di proclamata pienezza di vita cristiana.
Possiamo cominciare dall’ultimo beato in ordine di tempo, il sacerdote bellunese Albino Luciani, nato a Canale d’Agordo nel 1912, nominato Vescovo di Vittorio Veneto nel 1959, quindi eletto alla sede patriarcale di Venezia nel 1970, salito alla Cattedra di Pietro il 26 agosto 1978 come successore di San Paolo VI, con il nome di Giovanni Paolo I. Soltanto 33 giorni durò il Pontificato del “Papa del sorriso”, che morì improvvisamente nella notte tra il 28 e 29 settembre lasciando nel dolore, nella costernazione e nel rimpianto i fedeli di ogni parte che avevano già imparato ad amare la fede profonda, l’umiltà, l’amore alle persone, lo spirito pastorale, il distacco dai formalismi e l’apertura al mondo del Vescovo emerito di Vittorio Veneto. Il 4 settembre scorso, alla solenne beatificazione avvenuta in piazza san Pietro da parte di Papa Francesco, la folta delegazione di pellegrini proveniente dalla diocesi di San Tiziano arrivata a Roma per l’occasione ha vissuto una giornata indimenticabile, vedendo annoverato sugli altari come Beato il suo Pastore per oltre un decennio amatissimo da tutto il popolo cristiano tra Piave e Livenza, solido e intransigente nella difesa delle verità della fede e delle prerogative episcopali, e al tempo stesso animato da squisita sensibilità e benevolenza pastorale, convinto sostenitore delle novità della Chiesa del Concilio Vaticano II, uomo di grande cultura e fine comunicatore, emblema di un cristianesimo vissuto integralmente e ispirato alle radici autentiche della sua inconfondibile identità veneta. Particolare curioso, ma sicuramente significativo: la beatificazione di Albino Luciani è avvenuta il 4 settembre, nel giorno della memoria liturgica di un grande beato trevigiano, Giuseppe Toniolo, anche lui salito agli onori degli altari a Roma, esattamente il 29 aprile 2012, nella solenne concelebrazione eucaristica nella basilica di San Paolo fuori le Mura. Come a dire: l’elogio della santità, il “gareggiare nello stimarsi a vicenda”, due storie personali, due vocazioni cristiane, due tempi storici sicuramente diversi per i due protagonisti, Luciani e Toniolo, ma una stessa pienezza di vita esemplare, generata nella terra feconda della Chiesa veneta.
E poi Padre Cosma Spessotto, che il 14 giugno di quest’anno ha visto celebrata a Mansuè per la prima volta la sua memoria liturgica. Nel 2020 la Chiesa ne ha riconosciuto il martirio “in odium fidei”, e il 22 gennaio 2022, nella Piazza del Divino Salvatore del Mondo a San Salvador, è avvenuta la sua beatificazione. A presiedere la celebrazione in rappresentanza di Papa Francesco, il cardinale Gregorio Rosa Chávez, vescovo ausiliare di San Salvador, insieme a 25 vescovi e 600 sacerdoti. «Padre Cosma è il primo beato martire della nostra diocesi – ha ricordato il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo –: una figura simbolica che rappresenta il convinto e generoso impegno missionario della Chiesa vittoriese». Padre Cosma Spessotto, al secolo Sante, nasce il 28 gennaio 1923 a Mansuè. Nel 1935 entra nel seminario francescano dei Frati Minori di Lonigo, e il 17 novembre 1940 emette la professione religiosa. Ordinato sacerdote il 27 giugno 1948, manifesta ai Superiori il desiderio di diventare missionario, e quindi di partire per il Centro America. Nel 1950 viene destinato a San Juan Nonualco (El Salvador), dove costruisce una chiesa parrocchiale, alcuni laboratori per insegnare ai ragazzi un mestiere e una scuola parrocchiale per le classi elementari. Realizza anche un vigneto sperimentale e pubblica un manuale pratico per la viticoltura latino-americana. Sacerdote mite, buono e umile, predica la giustizia e la carità, l’amore fraterno e il perdono a tutti, specie ai campesinos, disperati per le misere condizioni di vita. Egli ricerca sempre il dialogo e la riconciliazione tra militari e guerriglieri in conflitto tra loro a quel tempo in El Salvador. Padre Spessotto è consapevole di essere in pericolo perché riceve minacce verbali e lettere minatorie, ma respinge l’invito dei superiori di tornare in Italia. “Morire martire – scrive il futuro Beato – sarebbe una grazia che non merito. Lavare con il sangue versato per la causa di Cristo tutti i miei peccati, difetti e debolezze della vita passata sarebbe un dono gratuito del Signore. Già da questo momento, perdono e domando al Signore la conversione degli autori della mia morte”. Viene assassinato il 14 giugno del 1980, nel giorno della festa del Cuore Immacolato di Maria, mentre in chiesa è intento alla lettura della Parola di Dio. I suoi resti mortali sono venerati nella chiesa di San Giovanni Battista a San Juan Nonualco, ma il suo crocifisso da missionario e il messalino che aveva con sé al momento della morte sono custoditi nel santuario della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza, dove padre Cosma aveva frequentato il II anno di Teologia.