Da Stajnbech il futuro è competenza, il futuro è donna
Il nuovo avanza da Stajnbech, con la sua tenacia, l’entusiasmo e al contempo tutta la responsabilità di avere in sé il futuro, dato il plusvalore dell’eleganza innata e della competenza enologica di Rebecca Valent, 28 anni. È lei la rappresentante della seconda generazione della cantina, e della quarta di produttori in azienda, cresciuta tra vigneti e azienda, dove inconfondibili profumi sono parte stessa del suo DNA, base di partenza del suo percorso. Una strada fin dall’inizio segnata da una forte passione per la terra d’origine e i suoi frutti, ma anche per la sua storia e la sua cultura, uniti ad anni di studio e formazione, con un’esperienza in California come assistente enologo.
Abbiamo avuto l’occasione di intervistarla.
L’enologa Valent è giovane ma ha già sviluppato una precisa idea circa lo stile di un vino. Per lei, che ha alle spalle solo 9 vendemmie, quello ideale deve essere pulito, equilibrato, strutturato ma elegante, ma soprattutto rispettoso dei sentori tipici del vitigno e del territorio. Sulla base di questo credo, le abbiamo posto tre domande.
Quale identità raffigurano i vostri vini, dal momento che il territorio in cui nascono è ottimale tanto per i grandi classici, quanto per nuove visioni?
I nostri vini vogliono essere l’espressione dell’equilibrio fra tradizione ed innovazione: infatti per noi è fondamentale mantenere sempre la tipicità del vitigno, ma utilizzando tecniche di coltivazione e vinificazione che guardano al futuro per avere una qualità sempre più alta dei vini, non solo sotto l’aspetto organolettico ma anche in termini di processi di produzione. Puntare sulle varietà tipiche del territorio e renderle delle eccellenze rimane il focus principale.
Lei raffigura l’energia giovanile e la tenace eleganza femminile: sono due risorse o due ostacoli nel contesto di settore enologico odierno?
Sono risorse. Il consumatore esperto del mondo del vino guarda con molta curiosità e stima le giovani produttrici italiane.
Gli scetticismi voglio vederli come una spinta motivante a fare sempre meglio quindi in ogni caso li considero una risorsa.
Il percorso di ricerca è già in essere, ma per certi versi appena iniziato: quale messaggio vorrebbe si ricordassero i consumatori bevendo un vino Stajnbech fra dieci anni?
Storicità territoriale, qualità organolettica, qualità di filiera.
Seguendo il fil rouge della comunicazione, Rebecca guarda avanti pensando anche ai giovanissimi, che dialogano sulle più recenti piattaforme social come TikTok, strumento da non trascurare e che può diventare strategico per la diffusione della cultura del vino italiano. Un vero e proprio valore aggiunto, perché il profilo dei consumatori del futuro è quello di persone sempre più informate, che punteranno alla qualità, non solo dal punto di vista prettamente organolettico, ma con occhio attento anche all’etica ambientale, alla sostenibilità e al sociale.
Questi propositi non le impediranno certo di mantenere il focus sulla produzione. Infatti, l’enologa Valent è riuscita, nonostante la sua giovane età, a creare un proprio vino, non a caso denominato “l’Enologa”. Un blend ottenuto da uve Tocai Friulano (60%) e Chardonnay (40%), proveniente dai terreni del Lison Classico DOCG, che porta con sé un messaggio forte di affermazione identitaria e di equità trasversale a processi e generazioni.