Kastel Pallavolo: considerazioni di metà stagione
Si è appena conclusa la prima fase del campionato di Seconda Divisione per Kastel Pallavolo Conegliano e la breve pausa prima dell’inizio della seconda fase ci permette di fermarci a fare qualche riflessione su quanto accaduto finora.
Incominciamo da un dato indiscutibile: undici vittorie su dodici incontri disputati, con 33 set conquistati e solamente 8 perduti. Crediamo siano numeri che mostrano i progressi, la coesione a livello di squadra e l’unità d’intenti consolidatisi in questa parte dell’annata sportiva.
Da coach Rolando Stefanuto arrivano le successive considerazioni:
“Il campionato è tutt’altro che finito, ora inizia la sua fase più difficile; il rimescolamento dei due gironi e la prosecuzione in due “gironcini” nei quali le due squadre capolista non si incontrano e tutti mantengono i punteggi acquisiti: una formula “diabolica”.
Come componente del team non vorrei, dopo quasi mezzo secolo di esperienze agonistiche, raccontare di cose tecniche e di prospettive di sviluppo del Club, che pure esistono e sono al centro del dialogo tra direzione tecnica, direzione delle squadre e direzione sportiva, ma di una storia dove la passione, il caso, la voglia di riscatto e le aspettative di chi inizia a mettersi alla prova nella costruzione delle proprie competenze sportive e agonistiche, incontrano la traiettoria di chi ha fatto una “vita da mediano” in questo meraviglioso gioco.
Kastel è stato un nome di un certo rilievo nel volley maschile provinciale e per molti anni ha calcato il palcoscenico agonistico cadetto, con notevolissimi risultati.
Questa è una storia che molti conoscono, ma quella che cercherò di racchiudere in poche righe è una storia di rinascita dopo la caduta, una racconto di piccole conquiste, partita dopo un primo “reboot” non troppo felice e con mezzi assai esigui.
Da ottobre dell’annata sportiva passata, quando una serie di circostanze (che oggi non esiterei a definire fortunate, ma che allora mi parvero decisamente oscure e di limitato orizzonte) mi portò qui, i ragazzi, il sottoscritto e il Club hanno inconsapevolmente, ma con cocciutaggine, tentato quello che in un famoso cartoon movie disneyano era descritto come il “decollo dell’albatros”.
Fin dall’inizio, oltre che sulle cose prettamente tecniche, si è lavorato molto sui “fattori ambientali”, cercando di far sentire tutti al centro dello “stesso team” e a gennaio 2023, alla prima uscita agonistica “lontano da casa”, è successo quello che nella mia esperienza non esito a definire un “miracolo sportivo”.
Un evento, tuttavia, che non aveva niente di casuale, anche se le percentuali di successo erano minime; diciamo che questo serviva moltissimo a me, che nel frattempo stavo tentando di dare un’identità a un gruppo che doveva affrontare l’unico campionato di divisione previsto.
Da allora (tornando all’albatros) è stata storia di una lunga rincorsa sull’acqua, molto sbattere d’ali, molti spruzzi e molte “prese d’acqua”; tuttavia già l’anno passato si arrivò a disputare i play-off e a richiamare un pubblico entusiasta attorno alla squadra che più di qualche “prodigio” riuscì a produrlo, pur nell’esiguità dei numeri, dei cambi di ruolo, delle acrobazie tattiche, ma sempre con una pallavolo ambiziosa e sfrontata in testa.
Quest’anno, dopo una Coppa e un U19 di assestamento e di sofferenza, siamo qui a raccontarci di 11 vittorie su 12 incontri, nonostante infortuni, assenze più o meno programmate, miracoli personali di chi ha iniziato la pallavolo a settembre o a ottobre, di quattro allenamenti a settimana, di grande divertimento, fratellanza e qualche, immancabile, profonda incomprensione.
Non abbiamo ancora un volo maestoso, ma almeno stiamo per aria e da qui si gode una gran bella vista sull’orizzonte“.