LIBER…AZIONE
È parola che parla nell’immediato, ma che custodisce un progetto!
È essere liberati da pesi che gravano su di noi; da legarmi così stretti che fatichiamo a respirare e da impegni che non riusciamo a reggere, anche se un tempo li abbiamo scelti entrambi; da regole che non ci rendono più umani, ma che sterilizzano le nostre relazioni.
È liberazione da un giogo, da un dominio, da un pensiero imposto.
A tal proposito, non mi riferisco solo a quella dittatura che ha un risvolto politico, ma anche a quella generata dalle “mode”, a quei pensieri esistenziali che, pur nati come buone intuizioni, assumono nel tempo una veste di assoluto che ci contrappone gli uni agli altri, ci fanno rivali su una terra che non è più comune.
Confidiamocelo… ci sono esperienze, purtroppo dolorose, che ci lasciano nell’insicurezza, che pongono interrogativi. Per alcuni, e spero molti, diventano però motivazione per cambiare uno stile di vita che ci andava già stretto, che ci opprimeva. Stile che ci snaturava, anche se magari non ne avevamo coscienza, o non sapevamo che fare, o ci mancava la forza per attivare un cambiamento.
Ecco allora che liberazione diventa Liberare Azioni, capacità di compiere azioni libere che nascono dall’ascolto di noi stessi, innanzitutto, e anche degli altri. Liberi di una libertà che non ha bisogno di conferme, di approvazioni, di norme, che ci fa sentire in azione anche quando sostiamo muti presso di noi e gli altri, che ci posiziona sulla verticale della vita, anzi nella spirale in crescendo che è la vita.
Metafora è la spirale della tromba d’aria, del tornado, che trascina con sé quanto incontra; che lo solleva e lo porta così in alto da togliergli ogni punto di riferimento, e quando sembra tutto perduto… lo deposita altrove… più in là, a volte distrutto, o comunque trasformato nella sua sostanza.
Anche nella Vita ci sono spire di vento, soffi generati dalla gioia o dal dolore, o da quanto non previsto, che ci portano così in alto da toglierci il respiro, tanto da farci pensare “Ora mi perdo, ora è finita!”. È in fondo il prezzo che ci è chiesto, è la sfida per un passaggio ad un nuovo modo di essere.
Qualche saggio suggerisce di non opporre resistenza, di lasciarci andare, perché sarebbe ancora più duro, e fatica sprecata. Non possiamo certo rimanere su, o giù, impossibile, perché sono solo momenti, frazioni di tempo più o meno lunghi, ma in vista di un dopo, anche se non immediatamente visibile. Sono passaggi di soglia che non mancano mai, a cui siamo invitati!
Ciò che resta, una volta deposti a terra, può essere la demolizione di quanto c’era prima, di ciò che eravamo, ed è comunque una trasformazione.
Se ci diamo il tempo vedremo che ogni evento, innanzitutto, libera il nostro orecchio e lo rende ascoltante, svuota il nostro cuore e ce lo ridà accogliente, purifica il nostro sguardo e lo fa vedente!
Quanto avviene genera in noi un pensiero semplice, libera energie e creatività, ci fa compiere azioni di cui non ci credevamo capaci.
Il vuoto che si crea, in noi e attorno a noi, ci fa più presenti a noi stessi, permette al nostro io di manifestarsi, di occupare lo spazio per cui l’ha pensato “Colui che muove il sole e le altre stelle”, e che l’Energia Madre gli conserva.
Liberazione chiede per questo di stare in quel vuoto, accettare di abitarlo, di percorrerlo alla scoperta di quanto avviene in noi, del ruolo che la Vita ci riconosce, di cui, anzi, ha necessità per compiersi.
Liberazione è coscienza, è condivisione, è responsabilità, è progetto da assumere da coprotagonisti.
Senza di questo restiamo nella Clona – Azione!
Ma chi lo desidera per sè?