All’Auditorium “Dina Orsi”: O tutto o niente – le vite di Dina Orsi
Perché da trent’anni l’Auditorium di Conegliano porta il nome di Dina Orsi?
Quale segno questa donna ha lasciato alla sua città?
L’idea di portare in scena uno spettacolo teatrale a lei dedicato nasce proprio da queste domande. Dina Orsi è stata una donna di grandi ideali, vissuta in un periodo storico che ha attraversato la Prima guerra mondiale, il regime fascista, la Seconda guerra mondiale e l’epoca della Democrazia Cristiana. La sua figura merita di essere raccontata perché ha lasciato un’impronta indelebile nella comunità.
Nata a Conegliano nel marzo del 1907 da Guido Orsi, podestà cittadino, e Camilla Concini, Dina Orsi studia al Collegio Immacolata e si forma nella ricca biblioteca di famiglia, che poi donerà alla biblioteca comunale. Fin da giovane si dedica ad attività assistenziali, sviluppando una vocazione che segnerà profondamente il suo percorso.
Diventa presidente provinciale della sezione femminile della Croce Rossa Italiana e, nel 1936, parte come crocerossina per l’Africa orientale ad Asmara. Al suo rientro, entra nell’Azione Cattolica di Vittorio Veneto e fonda il gruppo delle Signorine di AC, di cui sarà presidente per oltre un decennio. Nel 1942 entra nell’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo, consolidando così il suo impegno nella comunità. Dal 1951, viene eletta consigliere comunale a Conegliano, confermata in ogni tornata elettorale. Nel 1953 assume l’incarico di assessore all’assistenza e vice sindaco e, dal 1960, ricopre anche la carica di assessore provinciale.
Grazie alla sua determinazione, favorisce la creazione di scuole e doposcuola speciali, attiva la convenzione con l’ente La Nostra Famiglia di Ponte Lambro per la costruzione di un istituto medico psicopedagogico a Conegliano, avvia corsi di pre-apprendistato per ragazzi con disabilità e promuove la creazione di gruppi di famiglia nell’Istituto Provinciale per l’Infanzia “G. Corazzin”.
Fondatrice del Centro Italiano Femminile di Conegliano insieme a Egle Salvadoretti, Dina Orsi dedica tutta la sua vita al servizio degli altri.
Muore a Conegliano il 13 marzo 1967, anno in cui ricopre ancora la carica di presidente provinciale della Croce Rossa Italiana.
Nonostante la scarsità di documenti sulla sua vita quotidiana e sulla sua spiritualità, quasi nascosta, le sue opere emergono con forza: il centro di iniziative culturali Studium Coneglianese, il luogo di ritiro e formazione Oasi Santa Chiara, inaugurato nel 1964, e il suo fondamentale impegno per l’Istituto La Nostra Famiglia, che resta una delle sue più grandi realizzazioni.
Dal fisico imponente e dal tono di voce potente, Dina Orsi era esigente, prima di tutto con sé stessa, e nulla di ciò che intraprendeva restava incompiuto. Il suo sguardo andava oltre ciò che gli occhi vedono, oltre le convenzioni e le etichette. Era in grado di percepire i bisogni delle persone e della sua comunità prima che venissero manifestati. Tutto ciò che ha costruito è stato frutto di tempo, pazienza, insistenza e una caparbietà incrollabile. Il suo motto era chiaro e inequivocabile: “O tutto o niente.”
Lo spettacolo teatrale O TUTTO O NIENTE – Le vite di Dina Orsi, nasce dalla curiosità e dal lavoro di ricerca della regista padovana Caterina Riccomini. Oltre a raccontare gli stati d’animo di Dina Orsi lo spettacolo invita a una riflessione profonda sul conflitto interiore tra il desiderio di conformarsi e la ricerca della propria autenticità. Non si tratta solo di una biografia, ma di un viaggio nell’intimo campo di battaglia che appartiene a ciascuno di noi.
Il debutto avverrà sabato 12 aprile, ore 20:45, presso l’Auditorium di Conegliano, e vedrà il coinvolgimento di quattro realtà teatrali riunite per l’occasione:
Teatro delle Ortiche di Padova
Associazione Culturale Casello 24 di San Vendemiano
Compagnia Teatrale Colonna Infame di Conegliano
Compagnia Teatrale Castello Errante di Conegliano
La narrazione si sviluppa attraverso un intreccio di flashback con un linguaggio ritmato ed evocativo. Nella prima parte, i monologhi – pur ispirati a eventi reali – nascono dall’immaginazione, mentre nella seconda parte emergono le parole autentiche di Dina Orsi, tratte dalle sue lettere.
I suoi pensieri più intimi, legati alla sua vita spirituale, sono restituiti con rispetto e fedeltà, offrendo al pubblico uno sguardo intenso e intimo della sua esistenza.