Writing: l’ispirazione dal mondo attorno a noi
Creatività urbana
C’è una forma d’arte che, nata come manifestazione sociale, è stata per anni protagonista di un dibattito tra cultori della disciplina e critici, per arrivare oggigiorno a una piena dignità espressiva e culturale. Ci riferiamo al Writing, che decora i tessuti urbani integrandosi perfettamente tra necessità espressive degli artisti e progetti istituzionali, spesso di rivalutazione urbana. Ne abbiamo parlato con Mike 128, Michele Peruch, writer di Vittorio Veneto di grande esperienza, chiamato ormai anche in contesto internazionale.
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Oggi le opere di Writing sono considerate Arte. Quando c’è stato il cambiamento di paradigma culturale? E ha snaturato l’intento sociale di questa forma espressiva?
Il Writing nacque negli anni ’60-’70 a NYC: inizialmente si trattava di firme (TAG), che erano segno distintivo tra bande locali, che circoscrivevano il rispettivo territorio; poi divenne forma di contestazione politica, persino considerato reato, e manifestazione sociale. Nel tempo ha gradualmente assunto una connotazione diversa, passando dalle semplici firme graffitare a stili più evoluti. Negli anni ’80 alcune gallerie americane iniziarono a porre particolare attenzione a questo movimento artistico e persino le testate giornalistiche arrivarono a richiedere le opere dei writer per le copertine dei quotidiani! L’evoluzione che ne è derivata ha permesso di rivolgere a quest’arte una considerazione differente da parte della gente, ma non per questo ne ha snaturato l’intento. È solamente diventata una forma di espressione artistica, sempre più accurata.
Quando io ho iniziato a disegnare, nel 1995 con alcuni miei amici tra le strade della città, sebbene il Writing fosse già evoluto, era di fatto ancora considerato “arte vandalica”. A me piaceva un sacco dipingere, usare le bombolette spray di colore per disegnare sui muri, e ho cominciato a farlo con uno stile mio, appassionandomi alle lettere e studiando come perfezionarne il disegno. Ogni writer ha il suo stile e farsi riconoscere dagli altri writer con il proprio di stile è una cosa fantastica!
Dato che è molto richiesto, quale ritiene il più importante valore distintivo del suo stile?
Il mio stile è un po’ diverso da quello di altri writer della mia zona. Io disegno lettere, applicando uno stile 3D, che ne sviluppa la profondità, dando tridimensionalità al graffito e, con le sfumature, conferisco alla scrittura un effetto visivo di movimento nello spazio. È emozionante poter “giocare” sulla forma delle lettere e modificarne la struttura: hanno un aspetto grafico piuttosto divertente da gestire!
Quale messaggio universale racchiude nelle sue opere e quali invece sono dei “soggetti” a lei cari?
Io sono una persona piuttosto schiva e riservata, perciò tento di esprimermi al meglio, disegnando e dando spazio alla mia creatività urbana. Credo che i miei disegni possano trasmettere il bello di un aspetto di quest’arte: la capacità di divertirsi nel creare e realizzare qualcosa di nuovo e diverso ogni volta. Le lettere sono la mia passione più grande: ne studio le varie forme, l’abbinamento dei colori, le ombreggiature, tutti aspetti fondamentali per la scrittura writing 3D.
Negli anni ha raggiunto una visibilità nazionale se non oltre, come gestisce questo traguardo con la quotidianità e con la ricerca – necessaria – d’ispirazione?
Io resto il Mike di sempre. Non sono abituato a vantarmi e prendermi troppi meriti, piuttosto continuo a restare in disparte, e a lavorare per perfezionare quello che faccio: ogni anche piccolo successo, è per me motivo buono, per fare sempre meglio e tentare di raggiungere livelli sempre migliori, cosa che mai avrei pensato quando ho iniziato a disegnare! Mi ritengo comunque, molto fortunato. Per ispirarmi io non guardo dentro di me, io guardo fuori. L’ispirazione, che mi permette di creare cose nuove, arriva da ciò che vedo intorno a me, da tutto quello che mi ruota intorno.
Dove possiamo trovare esposte le sue opere e quali sono i progetti futuri?
Le mie opere sono in strada, la galleria più bella che c’è, dove la gente non deve pagare il biglietto per osservarle e lo può fare per tutto il tempo che desidera!
I progetti futuri vedono la mia partecipazione a dei laboratori, in collaborazione con diversi comuni, associazioni e cooperative, nei quali insieme ai ragazzi riqualificheremo alcuni muri di città, cosa che adoro fare, perché i ragazzi sono fantasiosi e, nella loro semplicità, riescono a darmi spesso spunti nuovi e sorprendenti. Inoltre, ci saranno delle collaborazioni con aziende e studi grafici e marche di abbigliamento, oltre alle commissioni di privati che mi permettono di realizzare, oltre ad opere sui muri, spesso anche tele.
Normalmente i primi mesi dell’anno sono piuttosto tranquilli: devo dire, invece, che quest’anno gennaio è iniziato alla grande e questo è promettente!
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Non resta che fare come suggerito e farlo quanto prima: ci riferiamo al passeggiare prestando attenzione a quel che il mondo esterno può offrirci in termini di ispirazione, per creare sempre del nuovo in noi. Magari, con lo sguardo che scorre sui graffiti, ora che possiamo anche cercare la firma, stilistica o reale, di Mike128!