A Mareno di Piave l’orologio solare risplende
Lancette avanti o indietro? Ora solare o legale? Analogico o digitale? Davanti a queste domande gli orologi solari restano imperturbabili.
Nel territorio trevigiano sono presenti numerose meridiane che fanno della Marca una delle province in Italia con il maggior numero di orologi solari. Gran parte di questi strumenti è di recente costruzione, ma non mancano numerosi esempi di meridiane datate, più o meno antiche, che, superando le ingiurie del tempo e la trascuratezza dell’uomo, sono giunte sino a noi, testimonianze dell’antica esigenza di regolare le attività umane suddividendo il giorno attraverso l’osservazione del sole. Troviamo così meridiane del 1600, del 1700 e – in numero maggiore e spesso meglio conservate – del 1800.
Non lontano, ne troviamo una. Siamo a Mareno di Piave, in Piazza Vittorio Emanuele III (chiesa parrocchiale). In concomitanza con il passaggio all’ora legale, è stato presentato alla cittadinanza il recente lavoro di restauro effettuato su iniziativa della locale associazione culturale “L’albero blu” con l’aiuto di alcuni sponsor. Il lavoro è stato curato dal maestro d’arte Mosè Pavanello in collaborazione con lo gnomonista Enio Vanzin: consolidamento con iniezioni di malta specifica; raddrizzamento dello stilo in ferro per rendere più preciso il funzionamento; stuccatura e micro stuccatura dell’intonaco con impasto simile all’originale, ritocco e reintegrazione pittorica per la riduzione dell’interferenza visiva; applicazione di protettivo idrorepellente.
La consistenza e il tipo di intonaco che costituisce il piano dell’orologio, la realizzazione dello stilo e il suo sistema di fissaggio, la tecnica pittorica, nonché altri particolari costruttivi, sono sufficienti a definire la meridiana che s’affaccia sulla piazza uno strumento sicuramente antico.
Fino alla fine del 1700 in Italia vigeva il sistema orario “a ore italiche” che divideva il giorno in 24 parti uguali fissando l’inizio del conteggio al tramonto del sole. Questo sistema venne poi sostituito con quello “alla francese” che manteneva la suddivisione del giorno in 24 parti ma partendo dalla mezzanotte. In particolare, a Treviso, questo sistema venne imposto il 1° gennaio 1797. Tutte le meridiane “a ore italiche” vennero abbandonate o cancellate per fare posto a nuovi strumenti che segnassero le ore “alla francese”.
Essendo la meridiana della chiesa di Mareno di Piave uno strumento che indica l’ora “alla francese” attraverso l’ombra di uno stilo inclinato, chiamato in gergo assostilo, possiamo senza dubbio affermare che la sua costruzione, pur essendo datata, è posteriore al 1797.
La meridiana di forma rettangolare con dimensione di 295 x 206 cm di altezza, presenta le linee orarie dalle ore V antimeridiane alle ore III pomeridiane e delle interessanti linee zodiacali che danno valore storico-scientifico allo strumento. Queste ultime sono percorse dall’estremità dell’ombra dello stilo all’incirca il 21 di ogni mese e indicano le date di ingresso del sole nei vari segni dello Zodiaco, qui raffigurati con figure mitologiche.
Si nota, infine, che la linea delle XII presenta una campanella, a indicare che in quel momento le campane avrebbero suonato per segnalare il mezzogiorno.
La meridiana di Mareno di Piave è catalogata all’interno del libro “Il sole e il tempo, un’indagine sulle meridiane trevigiane” di cui Enio Vanzin è coautore.
Perciò, nelle prossime giornate di sole, girando per Mareno di Piave, prendiamoci un po’ del nostro tempo per sostare ed ammirare questo strumento astronomico attraverso il quale il silenzioso incontro tra luce e ombra, descrivendo il cammino del sole, diventa misura precisa del fluire del tempo!