Gabrielle Thomas: tra le piste di atletica e gli studi ad Harvard
L’estate ha da poco lasciato spazio all’autunno ed è stata un’estate ricca di appuntamenti sportivi internazionali. Per citarne solo alcuni, tra giugno e settembre ci sono tenuti gli Europei di calcio Under 21 (Romania e Georgia), i Mondiali di calcio femminili (Australia e Nuova Zelanda), i Mondiali di scherma (Milano), i Mondiali di nuoto (Fukuoka), i Mondiali di ciclismo (Glasgow), i Mondiali di Tiro a volo e tiro a segno (Azerbaigian), gli Europei di volley femminile (Belgio, Germania, Italia ed Estonia), i Mondiali di atletica (Budapest), i Mondiali di ginnastica artistica (Valencia), i Mondiali di Basket (Giappone, Filippine e Indonesia) e gli Europei di volley maschile (Italia, Bulgaria, Israele e Macedonia del Nord).
Essendoci state così tante competizioni sportive, numerose sono state le storie sportive che ogni Mondiale o Europeo ci ha regalato: vittorie, sconfitte, medaglie, coppe, record, sorrisi, pianti, entusiasmo, delusioni, gioia, rabbia e molto altro. Numerosi sono stati anche gli sportivi e le sportive che hanno incuriosito, stupito e affascinato noi spettatori e spettatrici, non solo sotto il profilo agonistico, ma anche sotto il profilo personale e umano.
Una delle atlete che maggiormente ha destato il mio interesse è Gabrielle Thomas: velocista statunitense. Gabrielle Thomas, classe 1996, ha vinto una medaglia d’argento nei 200 metri e una medaglia d’ora nella staffetta 4×100 metri femminile ai Mondiali di Budapest.
Cosa mi è piaciuto di lei e della sua storia?
Gabrielle Thomas è laureata in Neurobiologia e Salute Globale presso la prestigiosa Università Harvard e al momento sta seguendo un master in Epidemiologia e gestione dell’assistenza sanitaria presso l’Università di Austin, in Texas, dove si allena. La passione per la Neurobiologia nasce prima della passione per la corsa. Infatti si appassiona di materie scientifiche, e in particolare di queste materie scientifiche, grazie al contesto famigliare in cui è nata e cresciuta: il fratello minore è affetto da autismo, mentre il fratello gemello da ADHD. Gabrielle Thomas stessa dichiara: “Entrambi i miei fratelli mi hanno portato alla Neurobiologia”.
Alla corsa, invece, ci arriva partendo dal divano (o dalla sedia della cucina). Un pomeriggio sta guardando la televisione, mi piace immaginarla comodamente distesa sul divano, ma potrebbe essere anche seduta su una sedia in cucina o addirittura in piedi; e chi vede? Vede Allyson Felix, la vede gareggiare. Allyson Felix è una velocista statunitense che ha vinto 11 medaglie olimpiche, tuttora è la donna con il maggior numero di medaglie olimpiche nella storia dell’atletica ed è la detentrice del record mondiale nella staffetta 4×100 femminile. Gabrielle Thomas la vede, ne rimane folgorata e decide che vuole fare quello che fa lei: correre e vincere.
E lo ha fatto, lo sta facendo. Alle Olimpiadi di Tokyo, le sue prime Olimpiadi, va subito a medaglia: terza nei 200 metri e seconda nella staffetta 4×100 metri femminile; un bronzo e un argento. Risultato non così scontato soprattutto se si riavvolge il nastro di qualche mese. Durante i Trial sente una fastidio al ginocchio, le fanno degli esami di controllo e una risonanza all’addome restituisce una brutta diagnosi: tumore. Gabrielle Thomas ha paura, inizia a vedere tutto nero. Fortunatamente è un tumore benigno, l’allarme rientra e lei può continuare a correre, fino a Tokyo, fino alle medaglie.
Poi a Budapest, ad agosto, migliora ancora. Migliora i suoi tempi e migliora il colore delle medaglie: una di argento e una di oro.
Il prossimo appuntamento sarà nel 2024, a Parigi, quando si disputeranno le XXXIII Olimpiadi Estive. Qui Gabrielle Thomas potrebbe diventare la prima laureata ad Harvard, al mondo, a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Allé, Gabrielle, allé!
- (Photo by Christian Petersen/Getty Images for World Athletics)