Fare con arte
Osservare è diverso che vivere. Per osservare è necessario mantenere una certa distanza, per vivere bisogna immergersi, impregnarsi, respirare dentro.
Lo evidenzia bene anche l’arte. Non è sufficiente guardare dei quadri, ascoltare della musica, leggere testi, godere delle rappresentazioni degli altri, dei loro manufatti, delle opere prodotte, saremmo puramente degli esperti ed esperte, ma per risvegliare il creatore che sonnecchia in noi, è necessario immergersi, e intendo vivere l’esperienza… del fare musica, del fare immagine, del fare scrittura.
È vero, non tutti siamo artisti… o almeno immediatamente portati a scrivere, dipingere, comporre! Ma quanto questo è dovuto ad una mancata sollecitazione fin da piccoli/e, ad un negato sostegno nelle difficoltà, ad un esercizio che nel tempo è venuto mento?
-Quante volte abbiamo rifiutato di ascoltare una voce che ci parlava da dentro… e perciò ci siamo negati la possibilità di riprovare?
-Quante volte ci siamo ripetuti “non sono capace” o confessato amaramente “non sono portato/a”?
-Quante volte abbiamo rivissuto l’amarezza generata ancora in noi da un giudizio negativo, quella volta che “non siamo stati accettati e riconosciuti nella nostra diversità”?
In ogni tempo e ad ogni età è possibile, però, recuperare quella parte di noi così maltrattata, ridarle energia, rigenerarla.
Sono per tutti e tutte le occasioni che offrono due carissimi amiche, Eloise Balia e Monica Paulon, l’una con la proposta di pittura di murales, e l’altra con la costruzione di sfere luminose.
Eloise, pittrice versatile e poliedrica, realizza anche murales su richiesta in Italia e all’estero. In quest’esperienza coinvolge persone di tutte le età che, a partire da una sua traccia, progettano e realizzano quelli che sono i particolari del murales: foglie, piante e animali dell’ambiente dove esse vivono e dove il murale viene realizzato. È il caso degli affreschi in Brasile che hanno coinvolto adulti e bambini…
O dell’esperienza di una famiglia di Salò coinvolta nella realizzazione del murales nella camera del figlio adolescente, un’esperienza del fare insieme che coniuga il bisogno di vivere l’ascolto di se stessi con il bisogno di un gruppo che permetta questa esperienza. È un po’ quanto accade nel Closlieu, dove il gruppo sostiene il gioco del dipingere del singolo nel bisogno di sostare presso di sé.
Monica Paulon, creatrice di opere con materiali naturali, si propone, in questo caso con adulti, di aiutare la persona a fare arte con l’artista.
A partire da una pallina di lana lavorata con le mani in un clima di tranquillità, di serenità, di ascolto, si è accompagnati da un sottofondo musicale, che rilassa e porta alla quiete, nel trasformare quel batuffolo di lana in una sfera vuota. Ogni sfera va ad arricchire una composizione, un allestimento che cresce con il tempo. La persona vive così anche l’esperienza dell’allestimento di uno scenario, di una mostra a cui vengono aggiunte le sfere prodotte nelle varie sedute, nei vari incontri.
Come quella dei murales, anche l’esperienza delle sfere si svolge generalmente all’aperto, in un contatto con la natura che è possibilità di respiro profondo, di immersione per ritrovare il nostro essere naturale.
Entrambe sono finalizzate ad aiutare le persone ad avvicinarsi all’arte non come consumatori, non produttori di qualcosa di vendibile, ma creatori e trovatori: creatori di un’opera che non ha altro scopo se non quello del piacere e del fare insieme, fare con le mani, con i colori, con le materie naturali, e trovatori di un piacere che molto spesso abbiamo smarrito così presi nel produrre per avere, per poter comprare, per ottenere un riconoscimento.
Il ricavo da queste esperienze, perché assicuro che c’è, non è altro che il piacere dell’esperienza in sé, poiché, sia nell’attività del murale, sia della sfera, la persona non porta a casa altro “prodotto” che il piacere di aver operato, di aver partecipato alla creazione, il piacere di essere stata insieme con altri che hanno sostenuto e favorito, e vissuto, un medesimo piacere.