Il cane
La fedeltà, il coraggio e l’amore incodizionato
Da anni la parola Fido è associata al cane. Non è raro che ne diventi anche il nome per identificare il nostro amico a quattro zampe, ed è spesso associato ai prodotti, gadget, e servizi a lui dedicati.
Perché i cani si chiamano così? Scopriamolo insieme!
Il termine Fido deriva dal latino fidus ovvero Fedele, che serba fede costante; una virtù associata da tempo alle qualità del cane. L’origine di questo nome si perde nella storia dell’uomo, ma è probabile che sia stato usato già nei tempi antichi. La fedeltà che questa creatura dimostra nei confronti del padrone è notevole e si rispecchia nell’amore incondizionato che gli offre ogni giorno.
Il cane è il guardiano della casa poiché la protegge da intrusi facendo buona guardia, ma lo è anche per i luoghi sacri. Basta ricordare il temibile Cerbero, cane dalle tre teste, posto all’entrata degli Inferi, con il compito di sbarrare la strada a chi vuole entrarvi e a coloro che vogliono uscirne.
Fedele e affettuoso, sincero e mite, il cane, già nei tempi antichi fu consacrato ai Lari, custodi del focolare domestico, divenendone protettore anche della famiglia tanto da essere identificato con le anime degli antenati.
Non sono poche le narrazioni che riguardano il cane.
Nel mito, Argo è l’emblema della fedeltà, dell’amicizia e della lunga attesa. Nell’Odissea, la bestiola, senza mai perdere la speranza, attende con pazienza e fiducia per venti anni, il ritorno ad Itaca del padrone Ulisse. Nonostante sia morente, senza forze, malato e trascurato, al solo sguardo del padrone, trova disperatamente la forza di scodinzolare, sollevare la testa e le orecchie, strappando all’eroe una lacrima che asciuga di nascosto, per non farsi riconoscere dagli altri. Ulisse e Argo si limitano soltanto a guardarsi in silenzio, in un dialogo fatto solo di sguardi. Non una parola, non un gesto, ma in quel tacito sguardo, si racchiude tutto l’affetto e la fedeltà che l’animale ha sempre conservato per colui che lo ha amato. L’intesa è perfetta come quella tra due persone che si conoscono e si amano da tempo. Argo, fedele amico di caccia e giochi, si appresta al trapasso, comprende che la sua vita è giunta alla fine, ma ora è felice, ed esala l’ultimo respiro.
Nelle leggende della vita dei Santi, l’amico a quattro zampe diviene accompagnatore e protettore degli uomini.
Grigio è il nome che San Giovanni Bosco, dà ad un cane. Questa creatura comparve per la prima volta una notte, mentre il Santo stava camminando per i vicoli della sua città. All’inizio ne ebbe paura, poi capì che la bestia era mansueta. Grigio lo accompagnò fino a casa, prima di scomparire.
In un’altra circostanza, il cane corse in suo aiuto, salvandolo dall’aggressione di due balordi. Egli si materializzava come un angelo custode per proteggerlo, come se fosse guidato da una forza celeste nei momenti di maggior bisogno.
Oltre alla fedeltà il cane dimostra coraggio e valore. Molti, infatti, sono i cani coinvolti nei salvataggi umani in terra, durante le guerre o i terremoti e in mare, nonché accompagnatori di persone cieche.
Attraverso la fedeltà, il coraggio, il valore e l’amore incondizionato ci dimostrano il loro affetto, la loro totale dedizione. Ci forniscono un messaggio più che positivo: l’amore, l’altruismo e il soccorso verso il prossimo, valori che l’uomo tende a perdere troppo facilmente, cadendo nel vortice della vita moderna.