Un’impresa di famiglia che regge da oltre 60 anni
La storia di M3 Knitwear è la storia della famiglia Saccon: Michele all’amministrazione, Reginetta responsabile della produzione, Mauro manager della tessitura e Marzia referente per il prodotto e rapporti coi clienti. Quattro fratelli, che, negli anni, hanno saputo costruire un’importante realtà imprenditoriale nel campo tessile, fondendo modernità e artigianato. L’azienda, con sede a San Vendemiano (TV), è, di fatto, un unicum nel panorama della moda a livello nazionale, capace di servire le grandi griffe mondiali pur rimanendo dietro le quinte.
Vediamo cosa c’è alla base di questo successo che dura da oltre 60 anni…
Ce ne parla Marzia.
Cosa è successo 60 anni fa? Come avete cominciato? Di chi è stata l’iniziativa?
Tutto nasce dall’amore di nostra mamma per il mestiere di sarta e di magliaia. Ancora giovanissima risparmiò per poter frequentare un corso di sartoria, ma erano anche gli anni in cui nasceva l’uso delle macchine da maglieria a mano e lei coniugò le due esperienze così da fondare con il papà, nel 1962, una piccola attività di produzione di capi in maglia conto terzi.
In pochi anni riuscirono a creare un’azienda, il Maglificio Sapam, capace di assumere e formare ogni anno un discreto numero di nuove collaboratrici e nuovi collaboratori.
Il segreto della loro azienda stava nella continua ricerca di nuove tecniche di maglieria e nell’alto livello della modellistica curata personalmente dalla mamma che, uniti all’estrema attenzione ai particolari ed alla qualità, la resero l’interlocutore ideale per clienti sempre più importanti, soprattutto esteri, inglesi e americani.
Quale è il segreto per fare impresa tra fratelli?
Anzitutto il rispetto reciproco, il rispetto per l’enorme impegno dedicato all’attività sia dai nostri genitori che dalle maestranze che in 60 anni si sono succedute in azienda e poi, ovviamente, la passione smisurata per il nostro lavoro, ognuno seguendo il proprio ambito ma mantenendo chiaro l’obiettivo comune. Fare impresa significa avere lo sguardo aperto a ciò che succede dentro le nostre mura ma anche a tutto ciò che ci circonda, sia a corto raggio, cioè nel nostro territorio, sia a lungo raggio, considerando che il nostro prodotto va in parecchi luoghi del mondo, quindi è estremamente sollecitato da avvenimenti, trasformazioni a tutti i livelli e mode ovviamente.
In 60 anni cambiano molte dinamiche, nella vita economica e sociale come pure nella vita familiare. Com’è che si riesce a tenersi in piedi quando tutto cambia?
È importantissimo il confronto costante, esprimere il proprio punto di vista per poterlo mediare e collocare nell’insieme che formiamo noi quattro fratelli in primis, ma anche con i nostri collaboratori, i nostri clienti e l’ambiente che ci circonda; si lavora bene quando si sta bene, sia dentro che fuori l’azienda, quindi riteniamo sia indispensabile mantenere degli ottimi rapporti interpersonali grazie ad impegno, serietà e correttezza professionali, e questo paga nel tempo e nella qualità delle relazioni.
C’è mai stato per voi un momento di crisi? Come l’avete superato?
Momenti di crisi ce ne sono stati molti e sicuramente ne verranno altri. Il più importante fu nel 1992 quando il Maglificio Sapam soffrì enormemente la prima delocalizzazione nei paesi orientali. I miei fratelli, Mauro e Michele, lavoravano da qualche anno in azienda, mentre io terminavo gli studi; decidemmo di metterci alla prova ripartendo con una piccola nuova azienda, l’attuale M3 Knitwear, alla quale si aggiunse Reginetta al termine dei suoi studi. Il lavoro fatto dai nostri genitori e dai loro collaboratori più stretti era stato troppo importante e troppo alto di livello per lasciarlo morire; così sfruttammo la loro esperienza e, forti dell’esempio dei nostri genitori, della nostra unione e dell’aiuto di amici e fornitori fedeli (ecco l’importanza delle buone relazioni e della correttezza!), ripartimmo da zero, riacquistando man mano sia i macchinari che lo stabile. Ovviamente fu un percorso molto difficile ma anche stimolante, ed ora, a distanza di 30 anni, se ci guardiamo alle spalle possiamo dire di aver fatto anche noi figli la nostra parte per salvare un enorme know how e dargli continuità.
Se doveste pensarvi come un tessuto (immagine a voi familiare), qual è la vostra trama e qual è il vostro ordito?
Più trame e più orditi diversi, messi insieme con l’amore dei nostri genitori, tenuti uniti con la passione per questo lavoro a formare un patchwork a volte forte, con tinte contrastanti ma sempre armonioso e spesso stiloso!
Quali sono le vostre prospettive per il futuro?
Ovviamente continuare nella nostra attività, perché, pur essendo un percorso spesso difficile e minato, ci riserva anche delle belle soddisfazioni. Lavoriamo da sempre la qualità ed ora questo aspetto sta ridiventando importante, anche grazie ai nuovi parametri dettati dalla sostenibilità. Per noi molti di questi aspetti fanno parte da sempre del nostro DNA e vedere che i clienti ci cercano e ci apprezzano proprio per questi aspetti è un’enorme soddisfazione, che va ben oltre a qualsiasi riconoscimento economico o materiale.
E poi chissà che nel frattempo qualche figlio o nipote decida che tutti questi valori a noi cari meritino di essere ulteriormente perseguiti; se ciò succede non devono trovarci impreparati, anzi, devono trovare un’azienda pronta a qualsiasi valevole novità!