Quaresima: un tempo per cercare “il Bello che c’è”
Da oggi, per quaranta giorni...
Nel corso degli ultimi decenni, molte feste cristiane sono state prese in prestito dal mondo commerciale per farne un prodotto di consumo (forse sarebbe più corretto dire “rubate” perché mai saranno restituite). Tanto che ogni volta ci sentiamo invitati a riappropriarci del vero senso di alcuni momenti-cardine che dicono la nostra fede: il Natale, la Pasqua, Ognissanti, Epifania. Persino interi tempi liturgici, come l’Avvento, sono diventati il pretesto per un calendario fatto di giochi e cioccolatini. Si può constatare con amarezza che questo è vero. Ma si può anche constatare che la transizione commerciale non vale proprio per tutti i tempi. La Quaresima, nessuno ce la ruba. Per forza – dirà qualcuno – c’è ben poco da rubare, se essa è infarcita di digiuni, penitenze, facce tristi ed esercizi di mortificazione.
Certo, la Quaresima contempla anche degli esercizi di allenamento dello spirito che hanno a che fare con la fatica (come ogni allenamento, peraltro, fisico o spirituale che sia). Eppure essa non è un tempo triste. È un tempo utile. Anzi un tempo necessario, per scoprire o riscoprire nella nostra vita la sete profonda che abita il cuore cristiano, e per mettersi dunque sempre di nuovo alla ricerca di questa sorgente, che abita in Dio.
Cercare può essere stancante, specie quando ti pare di non trovare nulla, o peggio di non ritrovare le cose che avevi lasciato come le avevi lasciate. Eppure, nemmeno in questa ricerca può abitare la tristezza. Ma piuttosto la speranza di trovare qualcosa di nuovo e di bello.
Sì, la Quaresima è un tempo per cercare “il Bello che c’è”. La maiuscola non è a caso. Il Bello per eccellenza è Gesù Cristo. La sua Pasqua altro non è che la manifestazione suprema della bellezza di Dio, quella bellezza che – come soleva ripetere lo scrittore russo Dostoevskij – “salverà il mondo”. Siamo convinti che solo la bellezza convertirà il mondo, lo salverà, lo potrà redimere. E questa ricerca del Bello durante l’iter quaresimale la possiamo fare in modo indisturbato, senza che altri messaggi consumistici vengano ad interferire, perché nessun marchio mai pubblicizzerà questi quaranta giorni come qualcosa da rendere fruibile sulle bancarelle dei mercati o nelle vetrine dei negozi. È solo nostra, la Quaresima, dei cristiani che vogliono fare Pasqua con uno spirito nuovo. È un regalo di tempo che il Signore del tempo ci fa.
Sorge un’obiezione, che punge il cuore: è ancora possibile parlare di bellezza oggi?
Sì, ce lo dice la fede. Nonostante le difficoltà post-pandemia, una guerra nell’Europa orientale, un terremoto devastante nel vicino Oriente, ci sono scaglie di bellezza disseminate nelle nostre giornate. Questo “Bello” è un Dio che non abbandona, che si prende a cuore il cammino di ognuno verso l’acqua ristoratrice. Ecco, desideriamo allenarci in questa Quaresima a scoprire le tracce di Dio nel mondo e dentro di noi. Allora, urge ribadirlo: è roba da “cristiani tosti”, la Quaresima!
Che sia una bella Quaresima, alla scoperta del “Bello” che abita le nostre città e i nostri villaggi.
(Fonte: L’azione)