Creativi? Ebbene sì!
Le persone migliori, con più empatia verso gli altri sono spesso quelle che hanno vissuto situazioni più difficili, in cui hanno dovuto utilizzare molta creatività per far funzionare le cose. Un esempio sono i genitori, che devono fare quadrare i conti a fine mese, assecondando i bisogni e le priorità della famiglia, senza estendere la cosa ad altre realtà più o meno personali. Sicuramente “creativo” non è la prima definizione che utilizziamo per descrivere questo nostro modo di agire, poiché con “creativi” pensiamo ai professionisti nel campo della musica o dell’arte. Ma dimentichiamo che noi siamo figli del Creatore, anche se procediamo a tentoni, ponendoci domande e cercando, nonostante le responsabilità del contesto in cui ci troviamo, di attingere a quell’orizzonte interiore di potenziali creazioni e di renderle reali: passeggiando tra i boschi, ascoltando la natura che ci trasmette serenità e ci offre spunti per riflettere, tracce su cui elaborare nuovi pensieri positivi…
Penso che se domandiamo ad una persona se preferisce un diamante oppure una grafite, molto probabilmente sceglierà il diamante. Eppure la composizione chimica dei due minerali è la stessa, cioè il carbonio. Ciò che li differenzia è la disposizione degli atomi: a forma esagonale nella grafite, da cui il caratteristico sfaldamento, che ci fa scrivere con la matita; a forma cubica nel diamante, con stretti legami tra un atomo e un altro, e perciò è così duro, raro e prezioso. Il diamante si forma a pressione e profondità molto elevate e riaffiora in superficie attraverso canali in cui passa il magma. Anche la grafite, se posta nelle giuste condizioni, esprime un gran potenziale. Ognuno di noi può diventare la versione migliore di sé; non contano tanto le circostanze, se quel canale interiore che è in noi è ben nutrito dai legami, dalla fede e dalla speranza. Allora sì, nell’esprimere il proprio meglio, ci si scopre creativi!
Lorenza Chiaramonte