La nostra storia
Cosa rende interessante una storia?
La descrizione di una bella località nella quale non siamo mai stati? L’immedesimarsi con le emozioni che provano i personaggi? Oppure leggere semplicemente per quella leggerezza che fa “viaggiare” con la mente?
Qual è la storia più bella che sia mai valsa la pena di leggere se non quella in cui abbiamo riso, ci siamo commossi, quella storia per cui abbiamo provato suspense, adrenalina tra la fine di un capitolo e un altro, la speranza per un lieto fine, il coraggio e il conforto veicolato da parole che ci hanno accarezzato il cuore…?! E se poi ascoltiamo anche in sottofondo una musica particolarmente coinvolgente da farci sentire una connessione quasi istantanea con il protagonista e la sua situazione, allora sarà quella la storia per cui rimanere svegli fino a tardi anche se l’indomani dobbiamo alzarci presto; ci saranno momenti di cedimento ma riprenderemo il libro tra le mani sistemandoci gli occhiali, perché al punto in cui siamo arrivati non possiamo proprio addormentarci!
Ebbene, ciò per cui vale tutta l’attenzione e lo sforzo che ci stiamo mettendo è la lettura della nostra storia personale!
Talvolta dobbiamo avere pazienza: possiamo ritrovarci come uno scrittore in crisi davanti al foglio bianco in attesa che le parole fluiscano rapidamente; ma non c’è fretta, non esprimiamo giudizi, non arrabbiamoci, non precipitiamoci – stiamo scrivendo la nostra storia! Se soltanto ce ne fossimo resi conto prima, in certi momenti, proveremmo dispiacere per essere stati, a volte, un po’ superficiali…
Va bene così, dobbiamo rimanere calmi, perché c’è una parte davvero stupefacente: da lettori siamo diventati protagonisti e da protagonisti possiamo diventare uditori della nostra coscienza.
Abbandoniamo l’idea di dover controllare anche il momento di consapevolezza, perché la storia che stiamo leggendo – facciamo attenzione – è scritta a quattro mani. Esattamente!
Ora la curiosità ci sta solleticando, nel senso che spontaneamente stiamo pensando a quale asso nella manica tireranno fuori le mani “invisibili” in una situazione in cui si è fatto il possibile e nulla di buono ci sembra ancora possibile intravedere?
Con un po’ di pazienza, osservando gli eventi intorno a noi che spesso non sono casuali, troveremo degli indizi. Il meglio lo si lascia spesso alla fine. Se non avessimo avuto il tempo di sperimentare gli eventi scelti da noi stessi, che liberi creatori saremmo stati? O meglio siamo creatori in divenire, non siamo perfetti ma lo è la nostra storia personale, così com’è, con tutti gli errori, le avventure e i colpi di scena; è meravigliosa, soprattutto per i legami che avremo creato quando, rincorrendo un sogno, lo abbiamo condiviso, anche se in certi momenti abbiamo creduto fosse follia. Dobbiamo avere fede in Colui che ha posto quel sogno nel nostro cuore e che scrive la storia meglio di quanto noi possiamo sognare, “dritto anche sulle righe storte”, come diceva qualcuno.
Proprio quando sembra non esserci più inchiostro nella nostra penna del tempo, le mani “invisibili” ci stanno dicendo che ne vale la pena, che è abbastanza per continuare a vivere e a condividere il valore dell’esperienza umana scrivendo un po’ alla volta, giorno per giorno, certi che proprio la fine è l’inizio di tutto.
Lorenza Chiaramonte