Onora tuo padre e tua madre
...una scia per la felicità...
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio. (Esodo 20,12)
Questo è per me il più bello, significativo e importante tra i 10 comandamenti.
Eppure, tempo addietro, avevo compreso che era importante e doveroso essere e sentirsi grati verso i nostri genitori perché ci avevano donato la vita, nonché l’affetto, la cura, l’educazione e il sostentamento materiale. Sei poi si erano sacrificati affinché i figli potessero proseguire gli studi dopo l’età dell’obbligo, gli stessi dovevano sentirsi debitori verso loro. Purtroppo con questa convinzione sono accaduti e tuttora accadono dei danni psicologici, perché una determinata categoria di figli si è sentita in dovere di riconoscere i sacrifici dei propri genitori ed in dovere di acconsentire alle loro aspettative, finendo per intraprendere, percorsi di preparazione assolutamente inadatti alla propria indole; deviando così il proprio percorso evolutivo e procurandosi quindi ed inoltre svariate disarmonie fisiche. A livello cellulare ciascuno di noi è il risultato unico ed esemplare dell’incontro tra i cromosomi dei due genitori; i genitori trasmettono in quel momento diverse loro caratteristiche fisiche, psicologiche, comportamentali che i figli continueranno ad adottare, ma ogni figlio è tenace e assolutamente unico e irripetibile e risponde a se stesso per quanto riguarda il proprio carisma e lo scopo della propria nascita.
Questo ci fa comprendere che noi siamo sostanzialmente i nostri genitori, abbiamo e siamo il loro sangue, e ogni qualvolta li consideriamo o non li consideriamo è come lo facessimo con noi stessi. Talvolta è curioso constatare che qualora un figlio sia in conflitto con uno dei propri genitori si ritrovi inconsciamente a trasferirlo al proprio figlio dello stesso sesso (del genitore) o al proprio partner (se a sua volta viveva un conflitto con il genitore di sesso opposto). In funzione di questo è doveroso amare i propri genitori indipendentemente dal loro carattere, convinzioni, ragioni o torti. Diversamente da come talvolta ci viene raccontato, è proprio ciascuno di noi che sceglie i propri genitori, in funzione del cammino evolutivo precedentemente programmato. In questi ultimi anni molte trasmissioni ci presentano banchi di giudizio ed accese contese tra genitori e figli per discutere i diversi modi di percepire le medesime cose e spesso con tristezza i figli rinnegano brutalmente i propri genitori. In quei momenti mi scorre un brivido di tristezza nel sentire le convinte accuse che immancabilmente si riverseranno su loro stessi e sulla loro discendenza.
Per me onorare mio padre e mia madre significa essergli infinitamente grata per il dono della vita, per il loro amore, per i loro buoni propositi e per gli infiniti motivi per i quali i genitori desiderano i figli. Tuttavia i figli non devono ricalcare le orme dei propri genitori, dai quali ricevono le radici del proprio cammino, ma sono invitati a percorrere ciò che lo spirito ha progettato per loro.
Perciò, per questi sacrosanti motivi, amare e onorare i nostri genitori è amare e onorare noi stessi!
Il testo dice apertamente: affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla terra; e la mia interpretazione mi porta a realizzare come, di sovente, si sente giustificare la morte di una persona come una cosa scontata perché è collegata alla stessa sofferenza di uno dei genitori: è morto di infarto, ictus, tumore o quant’altro, perché assomiglia al proprio genitore o famigliare che ha avuto lo stesso disagio, ma in realtà questo dimostra che la persona non ha ascoltato il proprio spirito, commettendo il medesimo errore e quindi ritrovandosi a morire dello stesso conflitto.
Onorare il proprio padre e la propria madre nutre e arricchisce lo spirito che diventa Luce!