Il cammino fino a Roma di Girolamo del Pioluogo
Lungo i cammini di Sant’Antonio e San Francesco
Dopo esser andato a piedi l’anno scorso a Santiago de Compostela, Girolamo (Erwin) Del Pioluogo il 13 maggio scorso è di nuovo partito a piedi con lo zaino in spalla, lungo i cammini di Sant’Antonio e San Francesco per andare questa volta a Roma.
«Ho iniziato il cammino di Sant’Antonio passando per Revine, Vidor e Asolo – ci racconta – Le frecce gialle con la croce e il giglio, simboli del cammino si possono notare lungo la pedemontana facendo un po’ d’attenzione. Da subito, ho trovato brave persone che mi hanno sempre ospitato, pertanto nei giorni a seguire il mio saluto verso tutti è stato: “Buongiorno, brava gente!”»
Con questo stato d’animo, tranquillamente costeggiando il percorso ciclopedonale degli Ezzelini lungo fiume Muson, l’intrepido pellegrino è arrivato fino a Camposampiero.
Il tratto successivo sino a Padova è il più conosciuto in quanto sono gli ultimi chilometri percorsi dal Santo; ancora oggi, ogni settimana gruppi di pellegrini ripercorrono quel tragitto.
Nelle prime settimane il nostro viandante ha trovato ospitalità nel Convento di S. Giacomo a Monselice, presso il Seminario vescovile di Rovigo e nelle parrocchie dove poteva richiedere i timbri per la credenziale.
Erwin continua il suo racconto: «Fino a Bologna l’itinerario pianeggiante è stato piacevole, spesso lungo gli argini dei fiumi e sempre in mezzo alla natura. A fine maggio ho dovuto attraversare la zona alluvionata della Romagna, vicino agli Appennini, i sentieri erano spariti o interdetti, alcuni ponti crollati tanto che ho dovuto guadare un fiume con i piedi affondati nel fango. Ho incontrato la gente alluvionata che aveva perso tutto, in particolare ho parlato con gli anziani che ora dovranno ripartire da zero. Ci siamo scambiati le storie vissute; io da pellegrino ho potuto solo alleggerire la difficile situazione e incoraggiare le persone ad avere fiducia nella provvidenza.
Vicino a Modigliana (FC) c’erano delle frane di qualche chilometro, quindi ho dovuto abbandonare i sentieri argillosi: a volte per fare duecento metri ci volevano quasi due ore! Gli aspri e selvaggi Appennini con dei dislivelli di circa 1000 metri sono stati molto duri, me li aspettavo più facili da superare. I rifugi erano tutti chiusi quindi ho dovuto riposare sotto delle tettoie. Questo tratto mi ha coinvolto emotivamente: è stata un’esperienza intensa durante la quale ho speso molta energia fisica e mentale».
L’errante Erwin ha attraversato anche il Parco Nazionale della Foresta Casentinese e dopo alcuni giorni è giunto in provincia di Arezzo a La Verna. Da lì in avanti, il cammino di Sant’Antonio si sovrappone con quello di San Francesco, in questa zona i viandanti si concentrano soprattutto perché c’è un meraviglioso santuario arroccato sullo sperone e le grotte nelle quali San Francesco si ritirava a pregare.
«A Gubbio, in un convento, noi pellegrini abbiamo avuto la possibilità di cucinare condividendo in semplicità la cena, mentre sul cammino abbiamo incontrato delle suore asiatiche desiderose di fare un ritiro spirituale ad Assisi, luogo dove tutte le religioni s’incontrano – rende noto il nostro pellegrino – In solitudine, a contatto con l’energia della natura, nelle antiche foreste integrali dell’Umbria, ho ammirato il Creato: ero veramente a mio agio e in pace con me stesso».
Verso la capitale, numerosi sono i cammini che s’intrecciano; si notano parecchie segnaletiche tra le quali un cammino avente come simbolo le chiavi di S. Pietro.
Alla fine dell’avventura Erwin era molto stanco, provato dall’attraversamento degli Appennini; inoltre dopo esser stato per settimane da solo, manifestava un certo disagio nell’avvicinarsi alla caotica Roma.
A Monte Sacro, però, ecco che la provvidenza riapparire: diluviava, e l’affaticato pellegrino aveva trovato momentaneamente riparo in un bar, presso cui una persona l’avvicina senza conoscerlo e gli propone di dargli ospitalità in casa sua, proprio nel cuore di Roma. Come segno di gratitudine, Erwin, esperto elettricista, si è prestato ad aggiustare parte dell’impianto elettrico di quella casa che l’aveva accolto.
«Eh sì, nella mia mente si rafforza sempre più la convinzione che alla fine siamo tutti fratelli.
I cammini mi hanno dato momenti di beatitudine, soddisfazione, senso di libertà fortificando la mia parte spirituale e mistica».
A Roma, in piazza San Pietro, Girolamo è arrivato domenica 2 luglio, proprio durante la preghiera dell’Angelus.
Nella testa del pellegrino, c’è già l’intenzione di andare in Terra Santa, ovviamente partendo da casa a piedi!