Storie di resilienza – AD Maiora
Quante volte abbiamo sentito nominare la parola “resilienza”? Tantissime volte, e ogni volta la parola assumeva un significato diverso in ogni ambito della nostra vita.
Molti articoli hanno utilizzato in modo inappropriato questa voce, ma proprio per questo grazie a Deborah Annolino, giornalista e al suo format AD Maiora – Storie di Resilienza andremmo a riscoprire il vero significato. Vincitrice oltretutto del Festival dei Tulipani di Seta Nera e il Digital Media Fest.
AD Maiora – Storie di Resilienza nasce durante la pandemia in un momento d’incertezza generale dovuto al Covid, ognuno di noi ha riscoperto delle passioni che non pensava di possedere e Deborah si lasciò ispirare dal giornalismo più in particolare dall’informazione costruttiva.
Questo format composto da serie di video suddivisi in stagioni nasce con l’obiettivo di raccontare storie di gente comune, della nostra vita quotidiana, ma che hanno avuto il coraggio di superare le proprie difficoltà e hanno reagito combattendo con la propria forza.
Proprio per queste motivazioni si parla di resilienza, ovvero, la capacità di scoprire e di scavare nel profondo di noi stessi e di far emergere tutta la nostra forza interiore, ma soprattutto la capacità di tenere un equilibrio ben saldo tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere.
Una storia di resilienza riguarda Leila la bliblioteca sostenibile, un movimento culturale in cui oggetti usati acquistano una seconda vita. Questa bliblioteca punta su tre punti fonamentali quello economico, ambientale e culturale. All’interno della struttura è possibile svolgere dei laboratori per diffondere il proprio sapere.
Ad Maiora vuole ritrovare attraverso un mezzo potentissimo, ovvero, la rete, l’essenza e l’umanità che sono alla base del buon vivere.