Le ortensie del re di Gerusalemme (Beata Ida de Boulogne)
Un ricordo di infanzia consola il cavaliere mentre la città santa si tinge di rosa. Il ricordo della mamma lontana si ferma su quei meravigliosi cespugli blu profumati di mare…
Il sole calava su Gerusalemme, tingendo di rosa le mura della città conquistata. Goffredo di Buglione, stanco e provato dalla battaglia, si ritirò nella sua tenda. Chiudendo gli occhi, immaginò il giardino della madre. I profumi dei fiori, il canto degli uccelli, la brezza che muoveva le foglie lo riportarono a un tempo di pace, ma tra le rose e i gigli, spuntavano dei cespugli di fiori di blu, che non aveva mai visto. (Ida di Boulogne, oblata benedettina dell’XI secolo).
Non sono tantissime le immagini che si hanno della beata Ida di Boulogne (1040-1113), anzi sono davvero rare, però la tradizione si è compiaciuta ad attribuirle un fiore del tutto speciale: l’ortensia. Questa scelta è strana perché l’ortensia, originaria della Cina, arrivò in Europa solo durante il XVIII secolo, ben dopo l’epoca in cui visse Ida. Secondo la storia che si racconta, Philibert Commerson, noto esploratore naturalista, che era stato incaricato di portare a termine un’importante spedizione naturalista in territorio asiatico, riuscì a impiantare questo splendido fiore in Europa.
È vero però che il clima della Normandia e in generale del nord della Francia è particolarmente adatto a questo fiore e sarà forse un caso, ma esattamente a metà strada tra la città dove Ida visse e il luogo in cui oggi si trova il suo corpo, sorge il più grande giardino di ortensie del mondo. È il “Jardin Shamrock” di Varengeville-sur-Mer. Questo luogo incantato che possiede più di 1500 varietà diverse di ortensie fu creato nel 1947 da Sir William Lawrence, un ufficiale britannico che si innamorò della Normandia durante la seconda guerra mondiale. Il giardino prende il nome dal trifoglio, simbolo dell’Irlanda, paese d’origine di Lawrence, che lavorò a questo spazio verde e alla cura di questi fiori per oltre 40 anni.
Insomma il legame tra le ortensie e la beata Ida di Boulogne ha fatto presto a legarsi. Spesso questa scelta della tradizione popolare ci viene giustificata da una particolare devozione di Ida a Maria (le ortensie blu), o ancora al dono di una ortensia del suo giardino al momento della morte. In realtà la pietà popolare ha cercato di spiegare con una storia l’uso di depositare ai piedi della santa questo fiore bellissimo tanto diffuso a queste latitudini. Ida era la madre di Goffredo di Buglione il primo re di Gerusalemme e il suo direttore spirituale era il monaco benedettino Sant’Anselmo che poi diventerà arcivescovo di Canterbury. Non prese l’abito benedettino, come si è creduto, ma ottenne da sant’Ugo l’aggregazione spirituale a Cluny, così da potersi considerare oblata dell’Ordine benedettino. Insomma per me è un po’ una santa di famiglia, per cui mi sono permesso non tanto di riscrivere la storia del dono ricevuto in tempo di morte, quanto piuttosto di immaginare i ricordi del figlio che da Gerusalemme ripensa i giardini materni e vede questo fiore come un segno di speranza e di pace, un fiore poetico di cui parla anche Salvatore Quasimodo nella sua raccolta “Acque e terre:
Le ortensie, azzurre,
nei giardini chiusi
attendono la sera.
Un vento di mare
le sfiora appena,
e le fa tremare.
Come un brivido
passa per le foglie
un ricordo d’amore.
E le ortensie, azzurre,
nei giardini chiusi
attendono la sera.