Un bambino che porta speranza
Un racconto antico che orienta il nostro cuore verso un futuro migliore. Rinunciando ad occupare a tutti i costi spazi possiamo metterci in ascolto del bene che già sta germinando.
Avvenne che Fiorenzo, di grado senatorio, avendo preso in moglie Artemia e avendo avuto due figli, fu eletto Vescovo della città di Ginevra. Avendo acconsentito il nobile Fiorenzo tornò a casa sua e raccontò alla moglie quanto era accaduto. Sentendo ciò disse: “Ti prego, marito carissimo, di desistere da questa faccenda, e di non chiedere l’episcopato di quella città, perché porto nel mio seno un vescovo che io ho concepito da te“. Sentendo questo da sua moglie, quel saggio rimase muto, ricordando ciò che la voce divina aveva comandato in precedenza il padre della nostra fede, il beato Abramo: In tutto ciò che Sara ti ha detto, ascolta la sua voce. (Dalla Vita di San Nicezio narrata nel Paterikon delle Gallie di Gregorio di Tours).
Una piccola storia straordinaria, che in realtà pare concepibile solo nel contesto della Chiesa antica. Oggi infatti i vescovi non hanno moglie e famiglia, né un uomo sposato può ambire all’episcopato, eppure al di là di queste contingenze storiche abbastanza secondarie, questo breve racconto della vita di San Nicezio, sembra riservarci un insegnamento tutt’altro che trascurabile.
Si tratta della capacità di far spazio al nuovo che avanza. Talvolta proprio come il padre di questo piccolo racconto, siamo tentati di occupare quegli spazi che vediamo liberarsi. Nessuno è disposto a prendersi tale o tal altro incarico e noi decidiamo di sobbarcarci la responsabilità, spesso con grandi sforzi e fatiche.
Non si tratta certo di rinunciare alla responsabilità, al prendersi cura o al dovere di garantire una continuità a quei semi piantati in passato, ma di riflettere sulla nostra ambizione, lasciando un po’ di spazio di ascolto perché le cose che sembrano assolutamente necessarie in questo momento trovino uno sviluppo più fecondo in un futuro non troppo lontano.
Il racconto tratto dall’antico Paterikon della Gallie va proprio in questo senso. Nella fede il padre di Nicezio, rinunciando alla posizione che gli si presentava, permette al bambino che stava per giungere nel seno di sua moglie di assumere con una responsabilità maggiore lo spazio e il ruolo di cui la città aveva necessità e bisogno. In questo caso Nicezio non diventerà vescovo di Ginevra, ma di un’altra grande città e questo mi pare anche un elemento interessante perché apre la storia ad una dimensione di famiglia in crescita e di relazioni in espansione.
Cosi dilazionando talvolta il nostro bisogno di occupare spazi, ci possiamo mettere in ascolto di un futuro migliore, che magari sta già germogliando e che possiamo facilmente ascoltare se solo sappiamo far tacere le urgenze talvolta troppo imperiose che abitano in noi.
Il racconto contiene poi un altro piccolo segreto: è l’annuncio della speranza, la promessa di bene che è contenuta nel nostro cuore quando sappiamo indicare un futuro migliore, più dolce e più luminoso.
Fra Alberto Maria Osenga
Monastero benedettino “SS. Trinità”, Dumenza (VA)