Alla rassegna “Tracce”, Mauro Pescio porta in scena “Non è la storia di un eroe”
Lo spazio teatrale è, per antonomasia, la spazio della rivoluzione, adatto quindi a dare voce alla rivoluzione personale di Lorenzo S. e alla sua storia difficile, dura, ma anche piena di speranza. La rassegna “ Tracce…di confine”, ideata dal Gruppo Cultura della parrocchia di Santa Lucia di Piave, alla seconda edizione, ospita Mauro Pescio che porta in scena il podcast “Io ero il milanese”, l’incredibile e sorprendente vita criminale di Lorenzo S. che di confini ne ha attraversati molti. “Non è la storia di un eroe” è il racconto di un uomo che nella vita ha fatto tante scelte sbagliate, che ha toccato il fondo, ma che da quel fondo si è rialzato. È la storia di come non debba mai venire meno la speranza, la fiducia e soprattutto di come si debba sempre offrire un’altra possibilità. Una storia vera, di crimini, di fallimenti, di giustizia riparativa. Lorenzo S. è entrato in carcere la prima volta a pochi mesi, per trovare suo padre. Dopo una vita di scorribande e rapine, nel luglio del 2017 esce dal carcere come un uomo nuovo di 40 anni, trasformato in una risorsa per la società. L’appuntamento è sabato 15 marzo alle 20:30 al teatro oratorio Fra’ Claudio di Santa Lucia di Piave. Ingresso libero e gratuito.
Tracce è una rassegna, ideata dal gruppo Kalos Cultura emanazione del consiglio pastorale parrocchiale, che vuole essere un modo per offrire al territorio occasioni di bellezza, che nutrano mente e cuore per immaginare e fare un mondo migliore. Il titolo scelto fa riferimento alle tracce di bellezza che ci sono nella realtà attorno a noi, da imparare e seguire, ma anche tracce di bellezza che noi possiamo lasciare nel nostro cammino, nella nostra vita. Queste tracce conducono a rendere la vita e la società più bella. La rassegna vuole diventare un appuntamento fisso, che ogni anno proporrà un tema differente. Il tema dell’edizione 2025 è il confine. Confine (“cum” “finis”), indica ciò che separa e che allo stesso tempo congiunge, unisce, indica ciò che chiude e allo stesso tempo apre, ciò che contiene e che allo stesso tempo rende liberi. Il confine determina, definisce l’identità e l’alterità e quindi è presupposto all’incontro, è luogo di incontro. Ogni confine è costruito, non predeterminato, ed è mutabile. Affrontare il tema “confine” offre spunti e occasioni per pensare una cultura più aperta, che faccia emergere la bellezza dell’umanità.
Mauro Pescio – Biografia. Cresciuto in una provincia del nord, nel 1998 si forma alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Lavora come attore per il teatro, il cinema e la televisione. Nel 2004 fonda a Roma la compagnia teatrale Gloriababbi Teatro. Nel 2012, per l’Università La Sapienza di Roma, scrive, gira e monta il documentario Cosa desidera?. Dal 2012 al 2022 è autore radiofonico di Matteo Caccia per le trasmissioni Voi siete qui (Radio 24), Una vita e Pascal (Rai Radio 2), Matteo Caccia racconta (Radio 24). Insieme a Matteo Caccia, per Audible, ha raccolto e scritto il podcast La piena. Per Rai Radio 3 scrive il radiodramma Salario e collabora alle trasmissioni Tresoldi, Ad alta voce, Tutta l’umanità ne parla. Dal 2018 al 2022 scrive per Radio 24 Linee d’ombra. Per Chora Media ha scritto, insieme a Giovanni Bianconi, il podcast Un uomo chiamato Diabolik; per Audible il podcast La cattura; per Rai Radio 3 il podcast Genova per tutti; per RaiPlay Sound il podcast Io ero il Milanese. Ha creato e conduce Mio cugino, un format originale, che ibrida teatro, storytelling e stand up, in cui 4 persone raccontano un episodio piuttosto inverosimile accaduto loro: uno dei 4 episodi raccontati è finto e il pubblico deve indovinare quale. Tiene laboratori di scrittura per la Scuola Holden e presso il DAMS – Università Roma 3. Vive in centro a Roma da anni, ma resta un uomo di provincia. Ha una compagna e due figli. Ha 49 anni abbastanza spremuti.