AH Padel Spresiano: dove le generazioni si incontrano
Ci sono luoghi che non si spiegano: si vivono. Hanno un calore che non si misura in gradi, ma in abbracci. Il Circolo AH Padel di Spresiano è uno di questi. Non è solo un campo da gioco, è una seconda casa. Un posto dove ci si chiama per nome, dove il tempo rallenta e lascia spazio alle relazioni.
La mia storia con il padel è iniziata in un momento buio. Dopo la pandemia, avevo perso una persona cara e, con lei, la voglia di aprirmi al mondo. Mi ero chiusa nel silenzio. Poi un invito semplice: “Vieni al circolo, proviamo insieme.” È stata una breccia, una mano tesa quando n
All’inizio ero scettica, affaticata. Ma il padel ha una forza tutta sua: ti mette in gioco, ti chiede fiducia. È uno sport di coppia, basato sull’intesa, sull’ascolto. Tra un colpo sbagliato e una risata sincera, ho ricominciato a condividere.
Lungo il percorso ho incontrato persone speciali. Come Martina, una ragazza dal sorriso contagioso che mi è stata vicina con gentilezza e discrezione. A volte non servono grandi parole: basta esserci. Una presenza silenziosa nei momenti fragili vale più di mille discorsi.
È questo che rende AH Padel unico: le persone. Le generazioni qui si intrecciano naturalmente. Il ventenne gioca con il settantenne, e non per cortesia, ma per il piacere di stare insieme. Niente etichette, solo relazioni vere.
Ho conosciuto uomini e donne straordinari. Giorgio, con l’ironia che scioglie ogni imbarazzo. Checco, memoria vivente del territorio. Renato, sempre pronto ad ascoltare. Cicla, punto di riferimento, esempio di dignità. E poi il “presidente”, colonna portante di tutto, che guida con discrezione dentro e fuori dal campo.
E c’è Marco, anima del bar, che prepara una pasta a mezzanotte con la stessa cura con cui accoglie ogni nuovo arrivato. In quei gesti semplici si sente la differenza: non è solo sport, è famiglia.
Quando mi è stato proposto di aiutare in segreteria, ho accettato senza esitazione. Era il mio modo per restituire un po’ di quell’accoglienza ricevuta. Rispondere a una domanda, accogliere chi entra, offrire un sorriso: piccole cose, ma con un grande significato.
Qui nessuno è escluso. Tutti sono parte attiva della comunità. I giovani ascoltano gli anziani, li cercano. Non per dovere, ma per curiosità e rispetto. Dai racconti di chi ha vissuto di più nasce una ricchezza che va oltre lo sport.
Io, che pensavo di aver perso il contatto con il mondo, ho trovato molto di più: una comunità, un rifugio, un nuovo inizio. E anche nuove amicizie, quelle silenziose ma luminose, capaci di far luce nei momenti difficili.
E così, in un pomeriggio d’estate, seduti a bordo campo, si parla di vita. Dei sogni, dei figli, dei momenti belli e di quelli più duri. Con una bibita in mano e una battuta pronta, ci si sente parte di qualcosa.
Il Circolo AH Padel non è solo sport. È ascolto, empatia, umanità. È un posto dove chi arriva capisce che può restare. Perché qui c’è spazio per tutti. Anche per chi ha solo bisogno di ricominciare.
E come dice il mio compagno di gioco, Andrea:
“Mary, tieni duro. Non mollare.”
di Mary Bottega
Giornalista per caso, ascoltatrice per passione. Racconto storie vere, perché le anime non hanno età.

