Marcello Pizzol: da oltre 40 anni innamorato delle api
Un hobby che diventa azienda
All’età di 28 anni Marcello Pizzol di Stevenà di Caneva (PN) inizia, per hobby, a interessarsi e a occuparsi delle api, costruendo anche degli alveari in legno.
Nel 2009, con 27 alveari posizionati su terreni avuti in comodato d’uso in zona Caneva, Cansiglio e Aviano, decise d’avviare, insieme alla sua compagna Paola, un’azienda agricola basata sull’apicoltura.
«Fin da bambino mi ha sempre affascinato vedere ed osservare la natura che, nel suo piccolo, può essere grande. Quello che io vedo all’interno delle mie arnie è un piccolo mondo a sé, dove tutti lavorano insieme per uno scopo comune, nessuno ha altri obiettivi. Ogni arnia contiene d’estate mediamente 50.000 api, che si muovono obbedendo alla regina. Questi insetti si danno regole potenti, come quella in base alla quale l’ape-regina deve sempre decidere in positivo, altrimenti le altre api la cambiano. Eh già, guardando come vivono questi piccoli insetti si può apprendere a stare al mondo!»
Marcello nella sua azienda agricola ha due razze di api: quella carnica, che è più mansueta, tendente al grigio, e quella ligustica, più gialla, più piccola, e un po’ più aggressiva. Attualmente gli oltre 300 apiari sono dislocati lungo la pedemontana pordenonese, permettendo al nostro apicoltore di produrre una considerevole quantità miele di castagno, millefiori e acacia; quest’ultimo è il più apprezzato dalla gente, perché molto delicato a livello olfattivo. Alcune settimane fa, Marcello ha spostato una parte degli alveari in Alpago (BL) per produrre anche tiglio in purezza e melata di bosco, ricca di sali minerali, utilizzata soprattutto dagli sportivi.
«All’interno delle arnie si posizionano solitamente 8/10 telaini da nido; quando ne prendo uno in mano, vedendo le api indaffarate a spostarsi, poi a nascere, una che nutre l’altra, vengo coinvolto emotivamente» racconta Pizzol, e ci riferisce lo straordinario modo di comunicare delle api: «le api comunicano tra di loro le coordinate rispetto al sole delle fonti d’approvvigionamento, quali polline, fiori, acqua, mediante una danza con movimento a otto rovesciato (∞, che è anche segno d’infinito). Pensate che per fare un 1kg di miele l’intelligente insetto con i suoi voli percorre 4 volte il giro della terra!»
Tante sono state le gratificazioni, non solo economiche, in 40 anni d’attività; Marcello ce ne riporta una, l’ultima: «proprio poco tempo fa, mi hanno fatto visita 7 bambini della scuola materna: ricordo come mi spinsero via, con forza, perché volevano guardare dentro all’alveare e scoprire cosa stesse succedendo! Dà tanta soddisfazione vedere altri coinvolti in ciò che faccio, specialmente i bambini, che sono i più interessati, senza porsi troppo il problema della puntura dell’insetto. Mi hanno posto delle domande più difficili di quelle che solitamente mi rivolgono gli adulti! E la loro curiosità è sempre unita all’ascolto. Ho potuto spiegare loro molte cose: che quando ci si avvicina all’alveare è sconsigliato avere deodoranti o profumi e indossare vestiti scuri in quanto questi irritano le api; che non bisogna istigare l’animaletto battendo o soffiando forte verso l’arnia; che i colori giallo e bianco non attirano l’ape; etc.». Trasmettere una passione nutrita di conoscenza ed esperienza è senza dubbio una delle massime soddisfazioni che si possono trarre.
Da sempre Marcello Pizzol ama gli animali e la terra, in particolare l’odore dell’humus dopo la pioggia, delle foglie bagnate, e la fragranza degli aghi di pino che si respira entrando nel bosco; tutto ciò – dice – «mi fa venire i brividi sulla pelle». Falciare l’erba per lui non è un lavoro ma un momento per sentire tutto il profumo che dalla terra si spigiona. Questa passione l’ha portato in modo quasi del tutto naturale e spontaneo ad ampliare la sua attività di apicoltore, producendo, da alcuni anni, anche mais e grani antichi, prodotti orticoli e piante officinali.
Ogni giorno l’instancabile moglie, Paola, lo supporta, tanto che, dopo aver seguito appositi corsi, con i prodotti dell’arnia adesso lei si diletta a produrre creme e unguenti lenitivi.
Mentre Paola è indaffarata a mettere orgogliosamente in bella mostra i differenti prodotti della loro azienda agricola, Marcello ci saluta e, sorridendo, rivela: «Ormai non guardo più le api con l’occhio del produttore per controllare quanto miele hanno fatto: esse sono diventate le mie compagne di vita, sicuramente continuerò ad occuparmi di loro finché le forze mi sosterranno».