Osare la gentilezza
Un personaggio magico e insignificante
Talvolta la vera gentilezza si trova dietro un gesto apparentemente insignificante, ma essa può portare inattesi doni e inaspettate benedizioni. L’importante è allora avere il coraggio di osarla…
Si dice che un giorno nel cuore addolorato della regina Ginevra, avvolta da un velo di malinconia, giunse un misterioso mendicante a consolarla. Con gratitudine, ella offrì con generosità il suo prezioso medaglione regale. Il mendicante, inaspettatamente rivelatosi come il saggio Mago Merlino, riversò le sue benedizioni su Camelot, tessendo l’eternità della prosperità attraverso incantesimi d’antica magia.
Il tema del personaggio apparentemente umile o insignificante che si rivela essere qualcuno di potente o magico è presente in molte tradizioni e culture. Nella tradizione celtica, Merlino stesso è spesso rappresentato come un vecchio saggio o un eremita prima di rivelare la sua vera natura. Tuttavia, il motivo del mendicante o del viandante che possiede un potere segreto è riscontrabile in diverse tradizioni letterarie. Spesso ad esempio nelle storie dell’India gli dei possono prendere forma di esseri umani comuni per interagire con le persone. Anche in Giappone gli yokai, creature sovrannaturali, possono apparire come persone ordinarie per mettere alla prova la gentilezza umana. La tradizione celtica è particolarmente sensibile a questo tema ed è probabile che dietro questa rappresentazione di Merlino vi sia l’antica figura di Lugh che appare in diverse leggende celtiche. In alcune versioni delle storie irlandesi, Lugh si presenta infatti come un giovane di umile aspetto, ma che alla fine si rivela essere una aiutante con talenti utili in molte discipline.
La breve storia presentata qui sopra è però interessante soprattutto perché si costruisce in una tensione tra due gesti magniloquenti (il dono del medaglione regale, la benedizione magica invocata su Camelot) e un gesto apparentemente insignificante: una semplice parola di consolazione. Questo gesto povero ben si addice alla figura di Merlino, perché la saggezza nelle tradizioni cristiane fiorisce sempre nella fertile terra dell’umiltà. Infatti solo chi si china con rispetto davanti alla grandezza della vita, solo chi sa accogliere e sentire compassione anche per quel velo di tristezza che si posa sul cuore della regina Ginevra, può davvero comprendere e guidare il corso delle stelle che intrecciano il tessuto del futuro.
In un mondo che spesso si perde nelle apparenze, la gentilezza risplende talvolta dietro la modesta semplicità di gesti apparentemente insignificanti, come un delicato fiore che sboccia in un angolo nascosto del giardino della vita. Allora non resta altro da fare che avere il coraggio di osarla!